Nato a Torino nel 1851, muore a Costigliole d'Asti nel 1917. E' chiamato nel 1882 nella Facoltà di Lettere e Filosofia a ricoprire la cattedra di "Geografia e Statistica" fortemente voluta dallo storico Ercole Ricotti fin dal 1848, e nell’Ateneo torinese è incaricato anche dell’insegnamento della Geografia fisica nella facoltà di Scienze.
Cora, nato in una famiglia dell'alta borghesia imprenditrice torinese e destinato in realtà ad altra carriera, manifesta fin da giovanissimo una spiccata attitudine per gli studi geografici. Egli compie la sua formazione in Germania, a Berlino prima e poi a Lipsia e a Gotha, alle scuole di Behm e Petermann. A Gotha è rilevante l’incontro con Justus Perthes, a capo della più importante casa editrice di carte geografiche e atlanti, egli stesso organizzatore di viaggi di esplorazione, di cui pubblicava poi i risultati.
Dell’esperienza di studio in Germania Cora molto porterà a Torino: la costruzione dell'informazione geografica, le categorie della descrizione geografica, la sua formalizzazione nella sintesi cartografica sono gli aspetti ricorrenti della sua attività di ricerca che spazia su diversi continenti e che è sostanzialmente rivolta alla ricerca dell'altrove.
Alla cattedra di Geografia dell’Ateneo torinese rimarrà fino al 1897, quando decide di trasferirsi a Roma: una quindicina d'anni in cui dà origine agli studi geografici nella nostra Università. Nel 1873 fonda la rivista «
Pubblica inoltre numerose carte tematiche, con le relative memorie illustrative, originali e innovative, relative anche all’Italia; nel sodalizio tra Cora e l’editore Paravia, per il quale pubblica globi e atlanti, è difficile non leggere la volontà di riprodurre a Torino quel sodalizio Petermann-Justus Perthes che a Gotha era stato a fondamento di importanti sviluppi della geografia e della cartografia ormai definiti come “
Egli fonda presso la sua abitazione, nonché ricca biblioteca e collezione etnografica, un Istituto Geografico, luogo di studio e soprattutto di dibattito scientifico con colleghi anche stranieri in visita a Torino, studiosi, viaggiatori, esploratori e con gli allievi più affezionati, sul modello probabilmente dei “seminari” che avevano esordito in alcune università tedesche appunto negli anni in cui vi studiava il giovane Cora.
Per lascito testamentario, la cospicua biblioteca e cartoteca, scenario di quegli incontri e considerata in quegli anni tra le collezioni geografiche senza uguali in Italia, è donata alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Molti gli allievi di Cora, tra i quali ricordiamo Paolo Revelli, Giovanni De Agostini, Carlo Alberto Nallino. Per la sua attività riceve molti prestigiosi riconoscimenti, anche in sede internazionale.