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Notizia del 09/08/2002

Trapianto di cellule del midollo osseo per salvare le gambe dall'amputazione

Una condizione terribile: l'ischemia degli arti inferiori, quando le arterie che irrorano le gambe sono così ristrette da non portare adeguate quantità di sangue ossigenato. Può portare a forti dolori, cancrena, ulcere che non guariscono mai, difficoltà (se non impossibilità) a camminare e persino amputazione di dita dei piedi o dell'arto intero.

All'Università Medica Kansai di Osaka, in Giappone, hanno ora provato un trattamento che potrebbe ridare speranza a migliaia di persone colpite da questa grave ed invalidante patologia. Secondo un articolo pubblicato sulla rivista The Lancet, gli scienziati giapponesi hanno provato a iniettare nelle gambe di alcuni pazienti un determinato tipo di cellule del midollo ossero: le mononucleari. L'idea era semplice: una volta inserite nelle gambe, queste cellule potevano avviare la produzione di nuovi vasi sanguigni (la cosiddetta angiogenesi). In questo modo gli arti inferiori si sarebbero ritrovati ad avere nuove vie per essere irrorati dal sangue.

L'esperimento, come riportano nel loro articolo Eriko Tateishi-Yuyama ed i suoi collaboratori, ha avuto un successo notevole. 45 pazienti sono stati sottoposti al trattamento. In particolare, ad ognuno di loro sono state iniettate cellule mononucleari prelevate dal midollo osseo dello stesso paziente. Ma solo in una gamba. Nell'altra, invece, venivano iniettate comuni cellule sanguigne, oppure una semplice soluzione salina. In questo modo si aveva un sistema di controllo degli effetti.

Dopo quattro settimane 37 pazienti hanno mostrato una riduzione del dolore o una sua completa scomparsa. Venti di loro, inoltre, erano in lista per l'amputazione di un alluce, ma dopo il trattamento sono stati ben 15 quelli per i quali l'intervento non è stato più necessario.

Forse la caratteristica più importante del trattamento è che gli effetti positivi erano ancora ben presenti dopo sei mesi dall'iniezione delle cellule del midollo ossero.

"Questa potrebbe essere - commentano gli autori - una strategia sicura e efficace per ottenere un'angiogenesi terapeutica. Le cellule del midollo osseo, infatti, hanno la naturale abilità di promuovere la formazione di vasi sanguigni".

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