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Notizia del 09/11/2007

Raggi cosmici ad altissima energia dai buchi neri

I fisici dell’Osservatorio Pierre Auger hanno scoperto i messaggeri che arrivano dai buchi neri situati nel cuore di galassie vicine: si tratta di raggi cosmici che colpiscono la Terra con una energia oltre 10 milioni di volte maggiore di quella che si riesce a raggiungere negli acceleratori di particelle esistenti.

In uno studio che esce sul numero del 9 novembre della rivista scientifica Science i ricercatori dell’Osservatorio Pierre Auger (finanziato anche dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) hanno annunciato che le galassie con nuclei attivi (Active Galactic Nuclei, o AGN) dove agiscono giganteschi buchi neri sono molto probabilmente le sorgenti della pioggia di raggi cosmici ad altissima energia che colpisce il nostro pianeta. Questi buchi neri si comportano come dei giganteschi e potentissimi acceleratori di particelle naturali situati a circa 200-300 milioni di anni luce dalla nostra galassia, la Via Lattea. Le particelle arrivano con una energia che è oltre 10 milioni di volte maggiore di quella raggiungibile sulla Terra con le più potenti macchine per accelerare particelle. Ma che, per le dimensioni ridotte delle particelle, è pur sempre paragonabile a quella di una pallina di tennis colpita da un campione al servizio.

Viene risolto così un mistero cosmico che durava da decenni, da quando cioè per la prima volta sono stati osservati raggi cosmici ad altissima energia (si tratta di nuclei leggeri, in particolare protoni) provenienti dallo spazio che interagiscono con gli atomi dell’atmosfera producendo sciami di particelle. Queste particelle raggiungono il suolo a velocità straordinarie, distribuendosi su aree che possono raggiungere anche i 40 chilometri quadrati.

L’Osservatorio Auger, dove è stata fatta questa scoperta, si trova in Argentina ed è il maggior strumento per lo studio della radiazione cosmica che sia mai stato costruito. E’ stato progettato, costruito ed operato da una collaborazione internazionale comprendente 17 Paesi. Per l’Italia partecipano all’esperimento gruppi delle Università e Sezioni dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) di Catania, L’Aquila, Lecce, Milano, Napoli, Roma Tor Vergata e di Torino, i Laboratori INFN del Gran Sasso e le Strutture INAF di Palermo e di Torino.

“Scoperte come questa di Auger potrebbero segnare l’inizio di una nuova astronomia – commenta il professor Roberto Petronzio, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) – Oggi, ci danno la possibilità di comprendere meglio l’origine di eventi catastrofici come quelli che danno vita ai buchi neri all’interno dei nuclei delle galassie”.

Per approfondimenti: www.infn.it