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Notizia del 03/12/2002

Mercurio: il pesce che fa male al cuore

Viene ripetuto da tutte le parti: mangiare pesce contribuisce a prevenire l'infarto. L'olio di pesce, come integratore alimentare, occupa gloriosamente i banconi di farmacie e supermercati, mentre Omega 3 (il termine con cui vengono indicati i grassi del pesce più utili alla salute) è diventato quasi di uso comune. Eppure il pesce potrebbe anche contenere un pericolo: il mercurio.

Sul New England Journal of Medicine, una ricerca condotta dall'Università Johns Hopkins lancia infatti un allarme sulla presenza eccessiva di mercurio in alcuni pesci.

"Sebbene si ritenga che mangiare pesce riduca il rischio di malattie cardiovascolari - dice Eliseo Guallar, uno degli autori della ricerca - gli studi condotti fino ad oggi sono ancora contraddittori. I nostri risultati ora suggeriscono che il mercurio contenuto nei pesci possa contrastare gli effetti benefici degli acidi grassi Omega 3".

La curiosità è che il mercurio, che nei pesci si trova spesso nella forma di metilmercurio, può predisporre le persone proprio ad attacchi cardiaci. Nel caso di pesci con elevate quantità di quel metallo, quindi, si ha uno strano bilanciamento: gli acidi grassi prevengono l'infarto, il mercurio lo favorisce.

E lo studio di Guallar e dei suoi colleghi ha dimostrato che questo effetto dannoso si ha anche a concentrazioni molto basse del metallo. I ricercatori americani hanno preso in esame una serie di persone cercando il mercurio contenuto nelle loro unghie e gli acidi grassi derivati dal pesce contenuti nel loro tessuto adiposo. In questo modo hanno potuto mettere in correlazione il consumo di pesce con la quantità di mercurio circolante.

Effettivamente nelle persone con tassi di metallo più alti si aveva anche un più elevato livello di acidi grassi Omega 3. Quindi nel loro caso il mercurio era stato probabilmente assorbito dal pesce che mangiavano. Inoltre, quando i ricercatori sono andati a controllare lo stato clinico delle persone studiate (684 uomini già colpiti da infarto e 724 sani), hanno visto che tra i pazienti infartuati si trovava una percentuale notevole di uomini con un alto tasso di mercurio nelle unghie.

Il problema del "pesce al mercurio" ha due facce. Da un lato ci sono razze di pesci che ne accumulano spontaneamente di più, dall'altro ci sono i pesci provenienti da zone inquinate dal metallo.

Mentre non è certo il caso di consigliare alla gente di non mangiare più pesce (anzi...), un intervento utile per la pubblica salute sarebbe quindi prima di tutto eliminare o limitare le aree di mare con troppo mercurio.

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