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Notizia del 02/02/2007

Il progetto Megapie: anche l'ENEA lavora allo studio dell'incenerimento dei rifiuti radioattivi

I problemi di approvvigionamento energetico, legati ai costi e alla disponibilità limitata di fonti quali il petrolio e il gas naturale, stanno portando alcuni Paesi a riconsiderare l'utilizzo del nucleare. Se le nuove tecnologie sono in grado di garantire una sicurezza nel controllo degli impianti decisamente superiore al passato, rimane comunque il grande scoglio rappresentato dallo smaltimento delle scorie radioattive.

Il Progetto MEGAPIE (Megawatt Pilot Experiment), che vede coinvolto un team internazionale di 170 ricercatori con un finanziamento di 50 milioni di euro, è nato per studiare la possibilità di incenerire i rifiuti residui delle centrali nucleari, che hanno una alta carica di radioattività e tempi di decadimento pari a centinaia di anni, trasformandoli in rifiuti innocui, o comunque ad impatto più contenuto.

Il principio sul quale si basa il progetto è quello di bombardare con un fascio di protoni ad altissima energia un bersaglio di metallo liquido per ottenere l'emissione di neutroni ad elevata potenza. Questi neutroni ad alta energia vengono quindi utilizzati per alimentare un reattore sottocritico, nel quale gli elementi radioattivi a lunga vita, quali nettunio, americio e curio, che si trovano nei rifiuti prodotti dagli impianti nucleari, possono essere trasformati in elementi stabili, o comunque a decadimento più breve.

Le sperimentazioni vengono condotte presso l'Istituto Paul Scherrer di Villigen in Svizzera. L'Italia partecipa con il contributo dell'ENEA che ha fornito alcune delle parti tecnologicamente più delicate del sistema.

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