Notizie

E' nata con uno strano fenomeno in laboratorio, ed è dificile dire dove finirà.

E' la storia del Bisphenol A (BPA), un composto chimico usato nella preparazione delle confezioni alimentari, a cominciare dalle bottiglie di plastica.

Patricia Hunt, della Case Western Reserve University, aveva notato tempo fa che i topi di laboratorio usati per certi studi avevano cominciato a mostrare anomalie genetiche. Nascevano topolini con difetti cromosomici derivati da una cattiva divisione delle cellule uovo nelle femmine.

Si potrebbe pensare che questo fosse dovuto ad una qualche terapia sperimentale, o comunque uno studio scientifico che veniva condotto sugli animali. Ma le cose non quadravano affatto: quei topi appartenevano al cosiddetto "gruppo di controllo", nel quale gli animali non vengono trattati con alcuna sostanza.

Studiando meglio la cosa, Hunt ed i suoi collaboratori hanno scoperto che le gabbie di plastica degli animali e le bottiglie di plastica usate per portare loro l'acqua erano state lavate con un detersivo piuttosto forte. Questo ha fatto sì che una particolare sostanza, la BPA appunto, venisse estratta da quelle plastiche e finisse nell'alimentazione dei topi.

Naturalmente quei roditori avevano assunto dosi molto grandi di BPA. Ma Hunt ed i suoi hanno provato poi, con altri topi, ad usare quantità minime di sostanza per vedere se quegli effetti nocivi si manifestavano ancora. Effettivamente, anche con dosaggi estremamente bassi, i problemi cromosomici nelle gravidanze dei topi erano ancora lì.

"Naturalmente - dice Hunt - non possiamo dire niente sugli effetti che la BPA può avere nella razza umana. Però dobbiamo considerare che il programma di divisione delle uova è estremamente simile nei topi e negli umani. Così i risultati dei nostri studi appaiono preoccupanti perché brevi esposizioni a quella sostanza, durante la fase finale i crescita delle uova nelle femmine, sono state sufficienti per causare un significativo aumento nelle anomalie cromosomiche".