La pericolosità dei raggi UV

 

 

Tempo pochi giorni e inizierà ufficialmente l’estate, e come capita ogni anno si sprecano le precauzioni per salvaguardare la pelle durante le tanto desiderate vacanze al mare con le immancabili scottature.

La pericolosità dei raggi UV

Ma biologicamente parlando cosa provoca una sovra-esposizione ai raggi UV?
Uno studio del Cancer Research UK Manchester Institute, pubblicato su Nature, illustra come questo tipo di radiazione assolutamente naturale può accelerare il processo di formazione dei melanomi e evidenzia come l’uso di creme solari ad elevata protezione non elimini completamente il pericolo.

In poche parole stare per ore sotto il sole cocente non fa mai bene, neanche con le creme adatte.
Basti ricordare che il melanoma maligno è il sesto tumore più comune in Italia, con circa 10.000 casi diagnosticati ogni anno.
Grazie allo studio pubblicato su Nature ora però sappiamo come essi si formano e come i raggi UV danneggino il Dna nelle cellule del derma.

Per confermare le loro ricerche gli scienziati britannici hanno esaminato gli effetti dei raggi UV sulla pelle di un tipo di topi con una predisposizione genetica al melanoma, esposti ad un livello di radiazione che nell’uomo causerebbe una lieve scottatura.
Tale irraggiamento induce quindi dei danni al gene soppressore del tumore Trp53 che codifica per la progressione della malattia.

I ricercatori hanno poi svolto uno studio comparato sull’umano e il corrispettivo del gene Trp53, chiamato Tp53, viene anch’esso danneggiato da un eccessivo irradiamento con i raggi UV.
Come spiega Richard Marais, uno degli autori dello studio, i raggi del sole agiscono proprio sul gene che è predisposto a proteggere la pelle, andando quindi a limitarne la sua potenzialità.
Inoltre i ricercatori hanno anche confrontato gli effetti della luce ultravioletta sulla pelle con e senza l’uso di creme solari a media o elevata protezione.

È così emerso che queste ultime non riescono a bloccare la malattia ma solo a ridurre la quantità di danni nel Dna, ritardandone lo sviluppo. "Il nostro lavoro è molto importante", prosegue Marais "perché fornisce la prova che le creme solari non offrono una protezione totale dagli effetti dannosi dei raggi UV. Bisogna sempre usarle ma non si dovrebbe fare affidamento solo su questo per proteggere la pelle".

Conclude poi il ricercatore: "È essenziale avere delle buone abitudini quando ci si espone al sole e fare attenzione a non bruciarsi perché le scottature sono un chiaro segno che il Dna nelle cellule della pelle è stato danneggiato. Per questo è importante combinare l’uso di solari con altre strategie per proteggere la nostra pelle, come indossare cappelli e indumenti larghi, o cercare l’ombra quando il sole è davvero troppo forte".