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Che t'importa di ciò che dice la gente?

Pubblicato negli USA nel 1988, l'anno della morte dell'autore Richard P. Feynman, è il secondo volume di episodi della vita del grande scienziato statunitense. Uno scienziato curioso, ribadisce il sottotitolo di questo volume, così com'era già nel sottotitolo del primo.

Pubblicato negli USA nel 1988, l'anno della morte di Richard P. Feynman, Che t'importa di ciò che dice la gente? è il secondo volume di episodi della vita del grande scienziato statunitense. Uno scienziato curioso, ribadisce il sottotitolo di questo volume, così com'era già nel sottotitolo del primo. E indubbiamente la curiosità continua ad essere il filo conduttore, la tensione mentale unificante, che lega fra loro episodi altrimenti sconnessi.

A differenza del volume precedente, nel quale Ralph Leighton, curatore della silloge, aveva ordinato i racconti secondo la successione degli eventi, qui si perde anche ogni tipo di cronologia. E questo seppellisce definitivamente l'idea che possa trattarsi di una autobiografia.

Oltre una serie di capitoli scritti in un tono molto simile a quello di Sta scherzando Mr Feynman, la prima parte è dedicata al ricordo della due persone che più hanno avuto influenza sulla vita di Feynman: il padre e il suo primo amore, Arlene.

Sposati giovanissimi, quando la ragazza è già ammalata di una grave forma di tubercolosi che non lascia speranze, Richard e Arlene passano un lungo periodo tra Los Alamos, dove lui è impegnato nel Progetto Manahattan e Albuquerque, a circa 160 km, dove lei è ricoverata. "Avevo del tempo libero ogni week-end per andarla a trovare. Partivo in autostop il sabato mattina, al vedevo nel pomeriggio, dormivo in un albergo di Albuquerque, tornavo da lei la domenica mattina e rientravo a Los Alamos in autostop nel pomeriggio". E si mandano lettere, che spesso mettono in difficoltà la censura militare, tanto che anche questa diventa un occasione di gioco fra loro. "Funzionò, e fu un amore grande - come nessun altro amore io abbia conosciuto."

La seconda parte del volume ha per infelice protagonista la NASA, ed è anche l'ultima grande sfida di Feynman. Nel gennaio del 1986, lo Space Shuttle Challenger doveva firmare un evento storico: portare nello spazio l'insegnante Christa McAuliffe, vincitrice di un concorso, a dimostrazione che i viaggi spaziali erano ormai una prassi, sicura e affidabile, e che lo spazio era un nuovo ambiente umano a disposizione di tutti. Doveva essere un'epopea e invece fu il Titanic dell'era spaziale. Qualche minuto dopo il decollo del Challenger, una fiammata e l'esplosione del serbatorio dell'idrogeno liquido. Sette morti e il programma spaziale americano bloccato per anni.

Feynman fu convocato per far parte della commissione d'inchiesta sull'incidente. Sebbene ammalato da anni di cancro, Feynman accettò. E dal giorno dopo la convocazione si mise al lavoro, con la curiosità e l'insolenza di sempre, forse meno giocosa che in passato, forse meno infantile, ma sempre scomoda, imbarazzante. Specialmente quando chiamati a rispondere alle sue domande sono i quadri della NASA.

Feynman scopre storie di quotidiano squallore tutto umano: controlli non fatti, piccole menzogne per evitare guai o ritardi, omissioni. La NASA come qualsiasi altro luogo del mondo, come se fosse un paese di provincia.

Ormai la storia è nota: nei motori booster a combustibile solido sono usati degli anelli di gomma che servono a sigillare i vari stadi di cui il booster è composto. A questi anelli è richiesta un'enorme elasticità e prontezza: devono deformarsi in tempi brevissimi. Altrimenti ci sono perdite di gas.

Ma la mattina del lancio del Challenger era freddo. Molto freddo. E quanto è freddo la gomma si indurisce. Perde parte della sua prontezza. Che cosa si sapeva del comportamento degli anelli di gomma dello Shuttle. Erano state fatte prove del genere?

La risposta lascia esterrefatti: non erano state fatte prove di questo tipo. La fece Feynman, la prova, e la fece in diretta televisiva, facendosi portare un bicchiere d'acqua con ghiaccio, per bere. Ma non aveva sete: vi immerse a sorpresa un pezzetto di gomma di un O-ring, come si chiamavano gli anelli imputati. Come aveva previsto, una volta raffreddato, l'O-ring era era meno elastico di prima. Semplice come non bere un bicchiere d'acqua, appunto.

Ma non è solo questo: la lettura dell'esperienza dell'indagine di Feynman convince oltre ogni dubbio che il volo spaziale, nel 1988, era ben lontano dal poter essere considerato sicuro. Rischi c'erano ad ogni lancio di Shuttle, in parte dovuti alla mancanza di sperimentazione sui singoli pezzi, in parte alla volontà di risparmiare a tutti i costi, anche sulla sicurezza.

In conclusione del volume, il testo di una conferenza del 1955 ma straordinariamente moderna. Riferendosi alla descrizione microscopica della natura, vi si legge, fra l'altro, "(...) I nostri poeti non ne scrivono; i nostri artisti non tentano di raffigurare questo notevole avvenimento. Non so perché. Nessuno si sente inspirato dalla nostra immagine attuale dell'universo? Questo valore della scienza non viene cantato dai cantanti, siete ridotti ad ascoltarlo non in musica o in versi ma in una conferenza serale. Non siamo ancora in un'era scientifica (...)."

E oggi? Quanto ancora è lontana l'era scientifica?

Dello stesso autore, v. ancheSta scherzando, Mr Feynman!

In copertina


Richard P. Feynman
Zanichelli, collana Le Ellissi
1989
248
8808-15098-4

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