Mondiali 2014, la realtà dietro l’apparenza

 

 

Dopo la cocente delusione per l’eliminazione dai Mondiali da parte dell’Italia e il via ai processi contro tutto e contro tutti è utile riflettere su qualcosa di veramente importante, ovvero la protesta dei brasiliani contro il loro governo per le ingenti somme spese per organizzare l’evento e l’impatto ambientale che l’evento stesso sta avendo sul paese sudamericano.

Mondiali 2014, la realtà dietro l’apparenza

Dal punto di vista scientifico dei soldi spesi per gli stadi e del loro futuro utilizzo può importare fino ad un certo punto, di sicuro rimane il forte impatto ambientale che l’evento sta provocando, nonostante gli organizzatori e la FIFA abbiano garantito che questa è l’edizione dei mondiali più green che sia mai stata svolta.

Il costo ecologico dell’evento si può calcolare in emissione di anidride carbonica nell’atmosfera e la stessa FIFA ha diramato da tempo un documento sulle previsioni di emissioni di CO2 , attestata attorno ai 2,7 milioni di tonnellate comprensive non solo dell’evento in sé ma anche dei preparativi, dei trasporti, ecc...detto così potrebbe sembrare un dato senza senso ma pochi giorni fa, Izabella Teixeira, Ministro brasiliano per l’Ambiente, ha tenuto una conferenza stampa per dimostrare con i fatti che il mondiale carioca è stato curato anche dal punto di vista dell’impatto ambientale.

Il Ministro ha dichiarato che l’evento in sé scaricherà in atmosfera 59.000 tonnellate di CO2 specificando che il tutto è stato ampiamente compensato dai "crediti" in CO2 ceduti da aziende che otterranno in cambio pubblicità.
Non sembrerebbe la più verde delle coppe, visto che lo stesso Ministro ha stimato un totale di 1,4 milioni di tonnellate, inferiore comunque alle stime della FIFA.
Bisogna poi dare atto al Brasile che ha fatto molto per rendere più sostenibile l’evento grazie alle energie rinnovabili, in primo luogo l’energia solare.
Due stadi sui 14 che vengono utilizzati per le partite sono stati "ricoperti" di pannelli fotovoltaici, i quali arrivano a produrre 2,5 MW, una cifra ragguardevole come lo è stata la relativa spesa per la costruzione degli impianti, ma a che pro?

In Brasile una buona fetta della popolazione soffre la fame ed è notizia dell’altro giorno la voragine che si è aperta poco distante allo stadio che ha visto capitolare gli azzurri, a Natal.
La voragine si è aperta nella favela locale e fortunatamente non ci sono state vittime ma in tanti dovrebbero riflettere sull’utilità di una spesa simile per rendere agibile gli stadi quando i problemi sono ben altri e sono sotto gli occhi di tutti.
Rimane l’eterno dilemma dell’utilità di questi eventi che, pur raccogliendo la passione di decine di milioni di tifosi nascondono il reale impatto che questi eventi hanno sull’economia del paese ospitante, soprattutto quando, come nel caso del Brasile, i problemi sono ben altri.