Dopo il complicato atterraggio, arrivano i primi risultati delle 60 ore di lavoro del lander Philae sul corpo celeste.
* Fonte galileonet.it
Dopo le fatiche dell’atterraggio (complicato dal malfunzionamento di alcuni dispositivi), i problemi con le batterie e infine l’ingresso in uno stato di ibernazione, da Philae ora ci si aspetta di capire cosa ha scoperto durante le 60 ore circa in cui ha lavorato sulla sua cometa, la 67P/Churyumov–Gerasimenko. E qualcosa comincia già ad arrivare a 500 milioni di km di distanza. L’agenzia spaziale tedesca fa infatti sapere che la cometa è, meccanicamente parlando, un osso duro e che contiene molecole organiche…