Miniere italiane: sono veramente sicure?

 

 

È notizia di questi giorni il tragico incidente occorso nella miniera turca di Soma, nella provincia di Manisa.

Miniere italiane: sono veramente sicure?

Il bilancio è di 382 vittime e purtroppo, come spesso accade in questo tipo di incidenti, è destinato ad aumentare. Tale tragedia fa riflettere sulle condizioni terribili nelle quali devono lavorare i minatori, soprattutto in quei paesi come la Turchia o nei paesi in via di sviluppo che sfruttano la manodopera a costo, come spesso accade, della vita.

Non sono bastati poi i tre giorni di lutto nazionale indetti dal presidente Erdogan per placare le proteste dei sindacati sulle disumane condizioni lavorative dei minatori turchi.

E in Italia? Cerchiamo di capire la situazione delle miniere italiane grazie alle testimonianze di Sergio Polselli dell’ Associazione nazionale ingegneri minerari (Anim) :  "Tra le miniere più pericolose ci sono quelle a carbone, minerale cui è spesso associata la presenza del famigerato grisou (miscela esplosiva di metano ad aria), che può esplodere in presenza di sorgenti d’ignizione (fiamme libere, incendi, scariche elettriche per corto-circuiti) e che generalmente non è presente in miniere di altro tipo. Il tragico incidente di Marcinelle avvenne proprio a causa del grisou. In Italia, comunque, non esistono più miniere di carbone. Anche l’ultima attività di questo tipo, nel Sulcis in Sardegna, si avvia ormai alla chiusura".

Anche il disastro di Soma è da ascriversi all’attivazione di una sacca di grisou. Facile immaginare la devastazione all’interno della miniera: "Le conseguenze delle esplosioni in sotterraneo sono il manifestarsi di incendi che producono lo sviluppo di ossido di carbonio (letale per il personale), l’innalzamento della temperatura e a volte crolli importanti di porzioni del sotterraneo a causa dell’onda d’urto dovuta all’esplosione".

Fortunatamente, in Italia le procedure di sicurezza sono estremamente rigide: "La legge prevede che si compia un’accurata analisi dei rischi da parte del datore di lavoro", spiega ancora Polselli. "che è tenuto a redigere uno specifico documento, in cui a fronte dei rischi individuati adotta adeguate contromisure volte a eliminare il rischio e, laddove la cosa risultasse inattuabile, mettere in atto quanto necessario per far fronte al rischio residuo".

Le norme prevedono anche l’istituzione di un servizio di salvataggio appropriato "per condurre rapidamente ed efficacemente un’azione adeguata in caso di gravi incidenti; il servizio deve poter disporre di un numero sufficiente di soccorritori addestrati e di materiale di salvataggio adeguato. Inoltre, si devono effettuare esercitazioni di sicurezza periodicheper fronteggiare emergenze come esplosioni e crolli, addestrando le persone cui siano assegnati compiti richiedenti l’impiego, la manipolazione o la messa in funzione di attrezzature di salvataggio".