Il laser per la ricostruzione dei denti

 

 

Nuove frontiere nel campo dell’odontotecnica: uno studio effettuato presso l’Harvard University e pubblicato su Science Translational Medicine dimostra la possibilità di indurre la rigenerazione della dentina esponendo il dente danneggiato ad un raggio laser a bassa potenza, il quale attiverebbe un fattore di crescita, denominato TGF-beta, presente nelle cellule staminali del dente stesso.

Il laser per  la ricostruzione dei denti

Per ora i ragguardevoli risultati di tale tecnica sono stati confermati sul ratto, in quanto questi animali possiedono un ampio numero di cellule staminali dentali adulte.

In condizioni sperimentali il team di ricerca ha così confrontato la ricrescita di alcuni denti danneggiati sia in ratti marcati sia in ratti di controllo, ovvero non trattati col laser a bassa potenza.
Si è quindi osservato che l’esposizione al laser non andava ad influenzare la risposta infiammatoria in nessuno degli animali, ma faceva "ricrescere" il dente che era stato danneggiato molto più velocemente negli animali esposti rispetto a quelli non esposti.

Tramite analisi morfologiche è stato però scoperto che il laser andava ad indurre la produzione di dentina terziaria, caratterizzata da una struttura disorganizzata simile a un osso, facilmente distinguibile dalla dentina originariamente presente sui denti.
Misurando l’accumulo di tale dentina nei ratti trattati con il laser si è quindi scoperto che essa era presente in quantità ben maggiore rispetto agli animali non trattati.

Questa tecnica di rigenerazione dei tessuti promette faville poiché il laser permette di attivare le cellule staminali direttamente in situ, senza doverle manipolare all’esterno dell’organismo.
È lo stesso autore dello studio, Praaven Arany, a spiegarne i vantaggi: "Il fattore TGF-beta si trova in molti tessuti, tipo la pelle, il tessuto nervoso e le ossa, per cui, se i risultati saranno confermati un simile approccio potrebbe essere usato per riparare anche altri organi danneggiati nel corpo".
Un aspetto da migliorare, secondo gli autori, è la localizzazione dell’accumulo di dentina terziaria dopo esposizione al laser. Infatti, nei test, essa andava ad occupare una zona troppo estesa ma ciò può essere dovuto ad un problema di ampiezza del fascio di raggi laser.
Il prossimo passo ora, però, sarà quello di verificare se il trattamento col laser sia in grado di stimolare la rigenerazione della dentina anche negli esseri umani.