Un passo avanti per la fecondazione eterologa

 

È notizia della settimana scorsa l’incostituzionalità del divieto di fecondazione eterologa, contenuta nella famosa Legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale con il verdetto emesso dopo una lunga discussione tra i quindici membri della Consulta.
In particolare, la Corte ha sancito l’incostituzionalità dell’articolo 1 comma 3, dell’articolo 9 commi 1 e 3, dell’articolo 12 comma 1. Cadono dunque i riferimenti al divieto di ricorrere a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta. Una battaglia che vede le sue origini agli inizi degli anni 2000, condotta principalmente dalle coppie sterili ma anche dalle associazioni di categoria che chiedevano un adeguamento della legge 40 a canoni standard nel panorama europeo. Insieme alle coppie e ad i loro avvocati esultano anche i medici che hano sempre sostenuto questa tecnica che era legale in Italia fino a dieci anni fa.

Un passo avanti per la fecondazione eterologa

"La decisione presa oggi dalla Corte Costituzionale – commenta Andrea Borini, presidente dell’Osservatorio sul Turismo procreativo e della Società Italiana Fertilità e Sterilità – finalmente porrà fine al triste fenomeno delle coppie che sono costrette ad andare all’estero per curarsi. Ricordo che, da un’indagine recentemente condotta dall’Osservatorio sul Turismo procreativo, sono più di 4.000 l’anno, e in continuo aumento. E che, tra l’altro, sempre per le restrizioni della Legge 40, andavano completamente allo sbaraglio, perché i medici italiani non potevano dare indicazioni sui centri più affidabili. Era quello il vero Far West! Ora spetta alla politica prenderne atto, e ricordarsi che l’Europa non vuole solo dire moneta unica, ma anche diritti condivisi. In  altri Stati infatti l’eterologa è ammessa, e ben regolamentata. Persino la Corte di Strasburgo nel 2012 aveva criticato  la legge 40, condannandola per la violazione dei diritti dell’uomo. Ora spetta alla politica dettare le nuove regole, ma, mi auguro, in modo laico e pragmatico, senza farsi condizionare da moralismi che di legale (come abbiamo visto) e di scientifico non hanno alcunché". E’ bene ricordare, per evitare facili strumentalizzazioni, che la decisione riguarda solo le coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, con partners entrambi viventi", insiste poi Borini. Non è quindi per single, coppie omossessuali o "mamme-nonne" come sono state definite. La donazione dei gameti sarà inoltre gratuita e anonima, mediante un percorso di consenso informato e con l’ausilio del medico.

"E’ evidente che con questa decisione si è eliminato un vuoto normativo che creava una discriminazione per le coppie sterili nel loro percorso genitoriale", aggiunge Maria Paola Costantini, difensore delle coppie e referente nazionale di Cittadinanzattiva per le politiche di PMA.

La sentenza di oggi della Corte Costituzionale che ha cancellato il divieto di eterologa previsto dalla legge 40 del 2004 ha valore di legge e non è oppugnabile. Da oggi non potrà mai più essere emanata dal Parlamento una legge che prevede il divieto di fecondazione di tipo eterologa. Tale decisione vale per tutti i cittadini italiani che hanno problemi di sterilità. Nessun vuoto normativo, ma con la legge 40 così modificata garanzie per i nati e per le coppie", ha aggiunto infine l’avvocato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni, che insieme a Gianni Baldini ha sollevato il dubbio di legittimità costituzionale per una coppia di Firenze.