Brazuca. Questo è il nome che è stato scelto per il pallone da calcio che verrà utilizzato nell’ormai prossima Coppa del Mondo in Brasile. La nuova sfera sviluppata da Adidas è un passo avanti rispetto allo Jabulani, il pallone che causò non pochi problemi nei precedenti mondiali in Sudafrica visto che qualche calciatore arrivò a paragonarlo ad un pallone da spiaggia.

Le novità del Brazuca sono state analizzate da John Eric Goff, professore associato di fisica al Lynchburg College, che già aveva individuato a suo tempo i difetti dello Jabulani prima ancora che venisse utilizzato sul campo. Il nuovo pallone è stato oggetto di analisi in galleria del vento per esaminare il suo comportamento aerodinamico e il risultato è una migliore stabilità anche su tiri a media distanza, evitando così di diventare nuovamente l’incubo dei giocatori e soprattutto dei portieri a causa di traiettorie imprevedibili.

Per capirne di più, bisognerebbe andare a cercare in cantina il libro di fisica del liceo. In poche parole le interazioni pallone-aria danno luogo alla cosiddetta forza di trascinamento, la quale tira la sfera in direzione opposta rispetto alla sua velocità. Essa dipende dalla sezione del pallone ma anche dal coefficiente adimensionale di trascinamento; senza perderci in teoremi di fisica lo Jabulani peccava proprio su questo parametro, trasformando il suo moto in un movimento imprevedibile una volta raggiunta una certa velocità.

Le analisi sul Brazuca, invece, hanno messo in luce che la drag crisis avviene a velocità più basse – dunque sarà più facile prevedere i movimenti della sfera. Un altro punto di forza del nuovo pallone, sempre secondo il fisico, è nell’uniformità del suo comportamento: "Bastava girare lo Jabulani di novanta gradi e la traiettoria era molto diversa. Il Brazuca, invece, è molto più regolare". Sarà il caso che i nostri 23, prima di partire per il Brasile, si facciano un ripasso veloce di fisica?