Torna l'allarme poliomielite?

 

 

Fino a poco tempo fa la comunità scientifica internazionale sosteneva che la poliomielite sarebbe definitivamente entrata nella lista di quelle malattie terribili eradicate dal pianeta.

Torna l'allarme poliomielite?

Oggi invece scopriamo che l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) dichiara la poliomielite come un’emergenza sanitaria globale. I tre focolai del virus sembrano trovarsi in Pakistan, Siria e Camerun e l’Oms ha imposto ai governi di questi paesi di mettere in atto al più presto severi controlli alle frontiere e negli aeroporti onde evitare la diffusione del virus in giro per il mondo, fino a quando l’emergenza sarà considerata superata.

Nel 2013 è stato infatti riscontrato che dai paesi sopracitati il virus ha ripreso a diffondersi raggiungendo Afghanistan, Iraq e Guinea equatoriale, con circa 400 casi accertati in tutto il mondo. Tali dati hanno fatto partire l’emergenza ma sono stati soprattutto i 70 casi del mese appena passato a preoccupare l’Oms, poiché solitamente il virus si diffonde nei mesi più caldi dell’anno. La sua diffusione avviene infatti per via oro-fecale e, complici le condizione igienico-sanitarie non certo all’avanguardia nei paesi presi in esame, il virus trova una via di diffusione tramite le condotte fognarie che vengono allagate dalle frequenti piogge, esponendo la popolazione al contagio.

"La situazione sta evolvendo nella direzione sbagliata, e deve tornare sui binari giusti prima che accada qualcosa di terribile", ha commentato il portavoce dell’Oms Gregory Hartl. "È per questo che stiamo dicendo a Pakistan, Siria e Camerun: dovete mettervi in riga".

Soprattutto in Pakistan e in Camerun fazioni di estremisti islamici appartenenti a gruppi terroristici hanno impedito per anni le campagne di vaccinazione, mentre in Siria la situazione venutasi a creare in seguito alla guerra civile ha decisamente rovinato i piani di prevenzione tramite vaccino. L’Oms ha ora imposto a questi paesi la vaccinazione obbligatoria sia a bambini sia agli adulti e soprattutto a coloro i quali intendono lasciare il paese mentre in Afghanistan, Guinea equatoriale, Etiopia, Iraq, Israele, Nigeria e Somalia la richiesta è essenzialmente quella di prestare più attenzione e di intensificare i controlli alle frontiere.