Glossario

tecnologia del microchip a DNA

La tecnologia del microchip a DNA è una metodica molto recente che permette attraverso l'appaiamento di sequenze di DNA l'identificazione della presenza di mutazioni nel genoma di un paziente.

Inoltre questa tecnica è utile per capire le interazioni fra geni diversi e le vie cellulari di regolazione dell'espressione genica, cioè le modalità attraverso cui le funzioni codificate dai geni vengono attuate.

Attraverso una metodica computerizzata e robotizzata vengono applicate su un vetrino da microscopia ottica delle minuscole gocce di DNA a singolo filamento, in modo da formare una grata che possiede un diverso frammento genico in ogni celletta.

Il tipo di sequenze che viene scelto varia di volta in volta con l'applicazione che si desidera effettuare.

Ad esempio nel caso in cui si vuole fare uno screening per un certo numero di mutazioni collegate all'insorgenza di patologie, si applicano sul vetrino tanti oligonucleotidi quante sono le mutazioni che si vogliono ricercare, ognuno contenente una sequenza specifica per l'alterazione genica.

A questo punto si prende il DNA proveniente da un paziente, lo si rende fluorescente tramite il legame chimico con una molecola in grado di emettere luce quando viene eccitata da un'apposita sorgente di luce.

Il materiale genico così preparato viene lasciato incubare sul vetrino, in modo che se è presente una mutazione il DNA del paziente si vada a legare al corrispondente nucleotide.

A questo punto si effettua un lavaggio in modo da rimuovere tutto il materiale che non ha interagito in maniera specifica e si passa all'analisi del vetrino.

Per l'analisi del vetrino viene utilizzato un computer in grado di effettuare uno scanning delle varie celle, trasmettendo l'informazione luminosa ricevuta a un computer.

Il computer effettua un'analisi delle intensità luminose e stabilisce se in una delle celle c'è stata un'interazione specifica, ovvero se nel genoma del paziente è presente quella determinata mutazione.

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