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Il progetto RobotCub

Grazie anche alla collaborazione di alcuni istituti universitari italiani è nato un “cucciolo” di robot («RobotCub»). Le sue dimensioni sono quelle di un bimbo di due anni e mezzo.

RobotCub Ha visto la luce il “cucciolo” di robot («RobotCub») con le proporzioni di un bimbo di due anni e mezzo. Il progetto, finanziato dall’Unione europea per 8,5 milioni di euro, era iniziato a settembre 2004 e ha raggiunto il suo obiettivo primario con la presentazione del robot all'IJCAI (International Joint Conference on Artificial Intelligence) di Pasadena nel Luglio 2009 . Al progetto partecipano 16 gruppi di ricerca (11 europei, 3 giapponesi e 2 statunitensi) coordinati dal professor Giulio Sandini dell’Università di Genova. Tra i partner italiani vi sono il LIRA-Lab del capoluogo ligure e l’ARTS-Lab della Scuola superiore Sant’Anna a Pisa, due tra i centri più avanzati a livello mondiale nel campo della robotica umanoide e della biomeccatronica, l’Università di Ferrara, con le competenze di neuroscienze, e Telerobot s.r.l., unico partner industriale del consorzio.

«L’intelligenza e i processi mentali dell’uomo sono profondamente connessi alla struttura fisica del corpo e alla sua interazione con l’ambiente», spiega Giulio Sandini. «Le nostre capacità cognitive si sviluppano attraverso l’interazione con gli oggetti del mondo circostante e con gli altri uomini. Da ciò deriva che i robot umanoidi, oltre a rappresentare un formidabile obiettivo tecnologico, possono essere utilizzati come modelli sperimentali per lo studio delle funzioni cognitive superiori». La realizzazione di un robot bambino, in particolare, consente di concentrare gli studi sui primi anni di vita dell’uomo, periodo durante il quale le capacità di apprendimento (attraverso la manipolazione, l’imitazione e la comunicazione gestuale) svolgono una funzione critica per lo sviluppo delle abilità mentali.

robotcub gattoni L’obiettivo scientifico del progetto RobotCub è studiare questo sistema di apprendimento iniziale, mentre l’obiettivo ingegneristico-tecnologico è costruire una piattaforma condivisa open source per gruppi di ricerca di tutto il mondo impegnati nello studio delle capacità cognitive dei sistemi artificiali. Il fine, in altre parole, è creare un robot-cucciolo denominato «iCub» (dove Cub sta per Cognitive universal body) che può essere sviluppato e migliorato da studiosi di tutte le discipline interessate, dalla psicologia alle neuroscienze, alla robotica. La creazione di una base di lavoro comune e accessibile a tutti permetterà di farvi ricorso in tempi rapidi e in modo semplice, condividere i risultati in tempo reale e beneficiare concretamente dello sforzo collettivo.

Nella pratica il piccolo androide iCub ha le sembianze di un bimbo di due anni e mezzo, è alto circa 94 cm e pesa più o meno 23 kg. Ha 53 gradi di libertà, incluse mani articolate, che può usare per manipolare gli oggetti e gesticolare. Il “cuccioletto” è in grado di gattonare su tutti e quattro gli arti e sedersi, passando in modo autonomo da una fase all’altra. E' equipaggiato con telecamere per la visione, dita delle mani con falangi articolate, polpastrelli con sensori tattili e di tensione, microfoni. Anche testa e occhi sono completamente articolati. ICub non è un robot programmato, ma è in grado di acquisire conoscenza attraverso l’esperienza.

iCub può essere utilizzato come come piattaforma comune per gli studi di altri gruppi di ricerca. Entro il 2009, infine, saranno costruiti altri otto iCub, che daranno il via ad altrettanti progetti scientifici aggiuntivi. Il costo stimato per le attività di “disseminazione” è di circa 2 milioni di euro: un investimento consistente, dettato anzitutto dalla convinzione che la collaborazione internazionale (sia attraverso programmi di studio già avviati sia mediante la partecipazione diretta a RobotCub e alla sua piattaforma comune) sia un requisito ormai irrinunciabile per il progresso delle scienze cognitive.

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