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Galileo, ora rischia davvero

In crisi il sistema satellitare europeo. Ultimatum della Ue: garanzie entro il 10 maggio.

Galileo, il sistema satellitare europeo, è a un punto di svolta: o cambia o muore. L’ultimatum arriva dall’Unione europea che ha deciso di stringere i tempi, troppi i rinvii, troppo il disaccordo tra le imprese private che dovrebbero dar vita al sistema satellitare. Entro il 10 maggio dovranno esserci garanzie definitive, altrimenti – fanno sapere da Bruxelles – saranno scelte strade alternative.

Il rischio che tutto possa saltare è elevato, ma nello stesso tempo c’è la volontà – a livello politico - di correre ai ripari, la fine del progetto sarebbe uno smacco troppo grande per l’Unione europea.

Duro il ministro dei Trasporti italiano Alessandro Bianchi: “E' inaccettabile che gli interessi di 27 paesi siano messi in discussione per problemi di carattere aziendale".La costellazione dei satelliti del sistema Galileo

Il disaccordo sarebbe motivato dalla difficoltà a ripartire i costi tra le varie società, quelli fissi si aggirano sui 3,6 miliardi di euro, che per ora sono a carico delle imprese, mentre 1,8 miliardi sarebbero da recuperare nel bilancio dell’Unione. Ci sono poi le decisioni politiche da adottare, a partire da quale città dovrebbe diventare la sede operativa di Galileo, in questo caso i candidati sono molti, da Praga a Monaco, fino a Cardiff e Malta, ma i veti incrociati da parte dei governi sono almeno altrettanti. Ritardi che pesano, la data del lancio, prevista per il 2010, è già slittata di almeno un anno, ma il progetto che dovrebbe garantire l'indipendenza europea dal Gps americano e, in prospettiva, dal Beidou che la Cina fara' partire dal 2008, rischia di essere ben presto non più competitivo, sia dal punto di vista economico che tecnologico.

Il pessimismo a livello comunitario resta alto: “Galileo non ha superato la crisi - ha sentenziato il presidente di turno del Consiglio trasporti, il ministro tedescoWolfgang Tiefensee – e tutte le questione piu' importanti restano in sospeso”. Il consorzio a due anni dall’ aver preso la guida del progetto non e' riuscito neppure a trovare un accordo per firmare il contratto di concessione: ora se non arriveranno garanzie il commissario ai Trasporti della Ue, Jacques Barrot, potrà dar seguito al mandato ricevuto dai ministri dei 27 per presentare "scenari alternativi dettagliati". Che stando a quanto è filtrato da Bruxelles potrebbe voler dire anche scegliere un altro consorzio. Ipotesi estrema, certamente, ma al punto in cui si è arrivati non del tutto improbabile.

Oggi il progetto è in mano a otto imprese del settore pubblico privato Finmeccanica per l'Italia, Eads, le francesi Thales e Alcatel, le spagnole Aena e Hispasat, la britannica Inmarsat e la tedesca TeleOp.

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