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Eurostat fotografa l'utilizzo delle risorse umane in campo scientifico-tecnologico in Europa

Eurostat ha pubblicato un numero speciale per fare il punto su come le regioni in Europa impiegano le risorse umane nei settori ad elevato contenuto scientifico e tecnologico.

EUROSTAT, l’Ufficio Statistico Europeo, ha recentemente pubblicato un numero monografico dedicato ad analizzare come é impiegato il capitale umano altamente specializzato nelle scienze e nelle tecnologie. L’analisi dei dati, aggiornati al 2006, puo’ rappresentare un indicatore dello sviluppo dell’economia basata sulla conoscenza in Europa e offrire uno spaccato della performance regionale.

Cosa s’intende in Europa quando si parla di risorse umane addette nei settori ad elevato contenuto scientifico e tecnologico (Human Resources in Sciences and Technologies -HRST)? Con tale definizione si individuano le persone che rispondono ad almeno uno dei seguenti criteri: aver portato a termine un ciclo di studi di livello universitario e avere un’occupazione nei settori delle scienze e delle tecnologie, sia come professionisti che come tecnici specializzati.

Nell’indagine si è considerato come termine di riferimento prioritario la percentuale di addetti nei settori high tech, considerando quei settori sia di produzione di beni, attingendo al manifatturiero, sia di fornitura di servizi caratterizzati per una elevato contenuto di tecnologia e di conoscenza.

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I risultati del rapporto sono molto incoraggianti per alcune aree in Europa e rappresentano un serio spunto di riflessione per altri paesi che, come l’Italia, non emergono con nessun campione regionale.

Tra le 25 regioni che detengono la più elevata percentuale di risorse umane qualificate nei settori Scienze e Tecnologie (HRST) Oslo, Stoccolma, la Wallonia belga e l’area metropolitana di Londra insieme ad Utrecht occupano le prime quattro posizioni con una percentuale compresa tra il 35% e il 28%. Il Belgio è il paese che si posiziona meglio con ben 5 regioni classificate.

Un secondo dato aggregato presenta le 25 regioni europee dove la percentuale di HRST risponde ad entrambi i criteri (vale a dire studi universitari ultimati e occupazione dei settori scientifico-tecnologici, in questo caso si parla di HRSTC). Su questo fronte Eurostat valuta, a complemento d’informazione, la percentuale di incremento tra gli anni 2001-2006.

Anche in questa seconda classifica la Norvegia emerge con decisione, per condividere con la Grecia il maggior numero di presenze nella lista. Ultimo dato interessante da riportare è la percentuale regionale di HRSTC impiegate nei settori tecnologici, quindi l’assorbimento di lavoratori qualificati per titolo di studio e per esperienza professionale. Tale percentuale è comparata direttamente nel grafico con la media nazionale e con la regione a più bassa performance nel paese di riferimento. Per esempio la Francia detiene la posizione leader con l’Ile de France, dove il 54% di HRSTC sono impiegate nei settori high tech, una media nazionale del 42% e una performance di basso profilo nell’Est con il 26% circa. Si colloca al secondo posto la Spagna, con la Comunidad de Madrid leader nazionale, e il Belgio al terzo con Bruxelles Capitale al comando.

L’Italia fa la sua comparsa solo in questa elaborazione dati di comparazione nazionale-regionale e non certo in posizione lusinghiera: la performance migliore, quanto ad impiego di risorse umane in possesso del titolo di studio e dell’attività lavorativa adeguata nei settori high tech, è quella dell’area Centro Italia con un 21% circa. La media nazionale si attesta sul 17% e le isole chiudono con circa l’11%.

Eurostat pubblicazioni Due osservazioni generali infine contraddistinguono il rapporto Eurostat. In primo luogo, le regioni europee che si posizionano meglio quanto a percentuale di HRST corrispondono a capitali o ad aree metropolitane, aree in cui università e imprese high tech convivono e cooperano in una dimensione territoriale sufficientemente grande per raggiungere una massa critica significativa ma ancora abbastanza piccola per condividere specificità, necessità, conoscenza e risposte alle sfide provenienti dall’esterno (Oslo, Stoccolma, Londra metropolitana, Utrecht, Parigi e l’Ile de France, due province di un paese di dimensioni limitate come il Belgio).

In secondo luogo, il raffronto fatto su base nazionale e regionale per gli Stati membri e per i partner dell’EU permette di individuare significative variazioni regionali, all’interno di ciascun paese. Il livello di sviluppo regionale è in alcuni casi molto difforme e si caratterizza per picchi di eccellenza e medie nazionali piuttosto basse. E’ il caso di Francia, Regno Unito, Spagna e Ungheria.

Sono questi dati che possono aiutare molto, se interpretati correttamente e se utilizzati per arrivare a introdurre misure correttive specifiche per ciascuna regione d’Europa.

Per saperne di più sulle attività di EUROSTAT e per consultare il Rapporto 43: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/

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