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E il metro venne spiegato dal pulpito...

Il Sistema Metrico Decimale fu introdotto in Piemonte nella seconda metà dell'Ottocento attraverso lo sforzo coordinato del governo piemontese e dei 'santi sociali' di Torino.

Il 20 Maggio 1875 presso il Ministero degli Esteri a Parigi, venne firmata la Convenzione del Metro, il trattato con il quale un Paese si impegna ad adottare o quantomeno a consentire l'uso del Sistema Metrico Decimale. Tra i sedici Paesi firmatari figura l'Italia che con suoi scienziati, dal matematico Lagrange all'astronomo padre Secchi aveva contribuito alla costruzione del sistema.

Carlo Alberto, poco prima di partire per l'esilio di Oporto aveva promulgato una legge con la quale veniva fissata la data del primo gennaio 1850 per la introduzione formale nel Regno di Sardegna del Sistema metrico decimale che progressivamente venne esteso al resto d'Italia in conseguenza delle Annessioni e delle guerre del Risorgimento.

Tavola Manuale 1849 Adottato per legge il Sistema metrico decimale - SMD - , restava il compito più difficile, quello della alfabetizzazione metrologica dei cittadini.

Verranno qui ripercorse alcune delle fasi di questa azione di lunga lena come si svolsero in Piemonte, fasi che si distinguono nettamente dalle altre per un coordinato sforzo del Governo ed un massiccio intervento della Chiesa e dei cosiddetti "santi sociali" di Torino.

Con la locuzione "santi sociali" di Torino, si intende quel folto gruppo di religiosi, che frequentemente in antitesi con le Autorità sia governative sia religiose, svilupparono in varie direzioni una rilevante attività di evangelizzazione, di informazione culturale e di istruzione tecnologica sopratutto a beneficio nelle classe povere della città e dei giovani che provenivano dalle campagne attratti dalla nascente industrializzazione del Piemonte; i nomi sono quelli ben noti di San Giovanni Bosco fondatore dei Salesiani, del beato (ingegnere, matematico, accademico, professore e sacerdote) Faà di Bruno, del Murialdo, del Cottolengo, del canonico Allamano, e di altri.

L'introduzione di un sistema metrico, siccome fa per definizione violenza a radicati costumi e tradizioni, non può essere affidata a leggi o sanzioni pecuniarie, ma è il risultato di una capillare, lunga e paziente operazione di educazione. La semplice nozione di un sistema decimale urta con millenni di tradizione in misure legate dai rapporti 2, 6 e 12 e quasi mai 10. D'altra parte ancora oggi compriamo le uova a dozzina!.

Il problema dell'alfabetizzazione metrologica può essere diviso per le due classi di utenti da educare: i cittadini in età scolare e gli adulti.

Manuale del 1849 Per i primi, si organizzarono dei corsi per insegnanti, si commissionò ai Fratelli delle Scuole cristiane un apposito testo per gli insegnanti, si distribuirono tabelloni e soprattutto si inviarono alle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, dei modelli in legno oppure in cartone di campioni e di solidi geometrici. Per capire la necessità di questi ultimi oggetti si tenga presente che precedentemente l'unità di superficie non era solo un quadrato, ma in numerosi casi era un rettangolo e analogamente per i volumi si usava a volte un parallelepipedo con i tre lati diversi; i multipli ed i sottomultipli seguivano per di più regole strane.

Ad esempio il trabucco camerale, usato per gli appalti edili in Piemonte, era rappresentato da un volume di muratura lungo e alto un trabucco e spesso 10 once, che ovviamente si divideva in sei piedi di trabucco camerale, rappresentato da un parallelepipedo lungo un piede, largo 10 once ed alto un trabucco. La cosa era alleviata dalla nozione che un trabucco camerale era eguale a 30 piedi cubi. Per i sottomultipli la situazione era più chiara, perché il piede di trabucco camerale si suddivideva in dodici once...

Il testo dei Fratelli delle Scuole Cristiane, pubblicato anonimo perché così vogliono le consuetudini del Lassalliani, è notevole per due motivi, il primo è la interessante impostazione didattica, nel senso che ogni capitolo è corredato di domande che l'Insegnante deve fare a se stesso prima di insegnare i singoli concetti, di altre domande che poi devono essere poste agli allievi; vengono suggeriti inoltre testi di esercizi, soluzione compresa. Altra caratteristica interessante risiede nel fatto che i singoli concetti vengono sistematicamente affrontati in tre passi; si comincia con il giustificare la necessità del concetto, poi si enuncia il problema in un paio di paragrafi e poi si torna sullo stesso concetto per un paio di pagine.

Il secondo motivo risiede nel fatto che in questo testo del 1849 figura nei primi capitoli la storia della costruzione del Sistema Metrico, che probabilmente è la più completa sinora comparsa in lingua italiana. Per trovare le stesse notizie, si deve a volte ricorrere ai testi fondamentali di storia del Sistema Metrico scritti in altre lingue.

Restava il problema della alfabetizzazione metrologica degli adulti, in assenza di mezzi di comunicazione come radiofonia e televisione ed in presenza di una forte componente di analfabeti.

Il ministero dell'Agricoltura, tramite il Ministero dell'Interno, chiese alle Diocesi del Regno di Sardegna di inviare ai parroci delle oltre settemila parrocchie del Regno, un manuale di Metrologia con l'invito di illustrare il nuovo sistema durante le prediche domenicali. E così il metro venne insegnato da tutti i pulpiti del Regno di Sardegna.

Tra i testi di educazione metrologica rivolti agli allievi delle scuole professionali, agli artigiani ed ai contadini, particolarmente interessante è il libro Il sistema metrico decimale ridotto a semplicità preceduto dalle quattro prime operazioni della aritmetica ad uso degli artigiani e della gente di campagna a cura del sacerdote Bosco Gio. Manuale don Bosco Il testo, di 80 pagine e che ebbe almeno sei ristampe tra il 1849 ed il 1872, si legge con interesse, oltre che per la figura ed il ruolo che ebbe l'autore promovendo la nascita entro la fine di quel secolo di molti Istituti Tecnici o di avviamento al lavoro in Italia e di altre analoghe iniziative nel Mondo, per almeno altri quattro motivi:

1)l'uso di terminologia diversa da quella usata, come del resto avviene in altri testi coevi, come ettara, gramma, con i relativi multipli e sommultipli, come Deca-miria per centomila o Ettomiria per un milione;

2)la presenza negli esercizi di alcuni idiotismi piemontesi, come butirro, fromento, méliga,

3)la presenza di curiose definizioni, che non si ritrovano in altri testi, come la tonnellata di mare, definita come il peso di metro cubo di acqua di mare,

4)la scelta degli esempi numerici dettata da fini di edificazione morale.

Tre esempi tra tanti : Un figlio consuma in gozzoviglie e fumare tabacco, 2 fr (franchi) per settimana, quanto avrebbe in fine dell'anno astenendosi da tali vizi?; Un giovane riceve dal padre per li suoi minuti piaceri ogni domenica fr 1.50; egli, morigerato qual è, conserva tutti per comperarsi abiti e farne parte ai poveri; quanto risparmia in un anno?; Un signore desideroso di disporre bene delle sue ricchezze fa testamento e lascia per la restaurazione di una chiesa ll. (lire) 2600 c. 85. Per la istruzione della gioventù fr. 550 c.60. Ai poveri fr. 434.75. Quanto fa in tutto?

Il testo è chiuso da una decina di pagine, chiamate Dialoghi con domande di conversioni tra le antiche misure e quelle del nuovo sistema.

Don Bosco Don Bosco mette subito in evidenza che lo scopo del presente libretto è di ridurre il sistema metrico alla massima semplicità [... e] Per essere più facilmente capito alcune volte ho trasandato la proprietà della lingua matematica premendomi assolutamente di essere inteso e non più. E in queste frasi si può ravvisare la sostanza del pensiero del Santo torinese: pochi fronzoli, perché sono inutili, massima semplicità, efficacia e determinazione nel raggiungere gli scopi prefissati.

In Piemonte sono tuttora vivi due lacerti della introduzione del Sistema metrico effettuata dai Parroci attorno il 1850, il miria come abbreviazione di miriagramma, usato nel commercio delle uve e lo stero , sinonimo del metro cubo, correntemente impiegato nel commercio della legna e di paglia o fieno.

D'altra parte il prefisso miria, per 104, pure desueto, non è scomparso dalla letteratura scientifica nelle lingue francese, inglese ed italiana; ad esempio la banda delle onde elettromagnetiche tra 3 103 e 3 104 Hz, è chiamata banda miriametrica.

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