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Notizia del 29/10/2012

Saturno, tempesta infernale

Le conseguenze della "grande tempesta di primavera", iniziata su Saturno nel dicembre 2010,  come la formazione di quantità ingiustificabili di etilene e un’impennata anomala della temperatura in alcune regioni dell’alta atmosfera del pianeta, sono incredibili e  per ora inspiegabili.

La tempesta ha innescato un vortice di dimensioni spaventose, tale da superare, all’apice della sua grandezza, persino la grande macchia rossa di Giove. Un vortice all’interno del quale si verificano fenomeni estremi, a partire dai fulmini, diecimila volte più intensi di quelli terrestri. 

Per cogliere le conseguenze dello straordinario evento in tutta la loro portata, gli occhi non sono lo strumento adatto: occorre un termometro, o meglio una vista a raggi infrarossi, come quella dello strumento CIRS a bordo della sonda Cassini: uno spettrometro composito a infrarossi, in grado non solo di prendere la temperatura ma anche di svelare la chimica del pianeta.

E' così che sappiamo che la temperatura del vortice raggiunge picchi molto maggiori del previsto, fino a 83 gradi al di sopra di quella dell’atmosfera nei paraggi. Inoltre, isolate dall’ambiente circostante da una parete di venti che circolano in senso orario, vengono rilevate quantità enormi di gas come l’etilene e l’acetilene.  E l'etilene è un gas per nulla tipico di Saturno.

C'è molto lavoro in vista per gli scienziati, per fortuna all’apice della stagione delle tempeste, nel 2017, Cassini sarà la sonda giusta al posto giusto, ancora in piena attività là attorno alla turbolenta atmosfera di Saturno.

 

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