Notizie

Notizia del 30/12/2011

Il laser infrarosso svela l'età dei reperti

Il calcolo della quantità residua di carbonio 14 (14C) o radiocarbonio è da oltre trent’anni uno dei metodi più diffusi per stabilire l’età dei reperti archeologici di origine organica - quali legno, carta, ossa, tessuti - mediante gli spettrometri di massa. Tali apparecchiature, costose e imponenti, sono però disponibili solo nei più grandi e attrezzati laboratori di fisica nucleare. Un’alternativa vantaggiosa e soprattutto pratica giunge ora dalla strumentazione basata sulla luce laser infrarossa messa a punto dall’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ino-Cnr) di Firenze.

Il radiocarbonio, come il normale carbonio, entra a far parte degli organismi viventi attraverso la respirazione e l’alimentazione, ma essendo radioattivo dopo un certo tempo sparisce, trasformandosi in azoto. Poiché con la morte se ne interrompe l’assunzione, da quel momento la sua quantità nell’organismo diminuisce progressivamente, rendendolo un eccellente ‘orologio’ per misurare l’età di reperti contenenti materiali di origine biologica.

La nuova metodologia per calcolare l'età dei reperti si basa su una tecnica spettroscopica ad altissima sensibilità, denominata Scar (saturated-absorption cavity ring-down). Per raggiungere una tale sensibilità, i ricercatori hanno utilizzato luce laser infrarossa, invisibile all’occhio umano ma assorbita con particolare facilità dalle molecole.

Davide Mazzotti, coautore della ricerca, sostiene che questo metodo potrà consentire la rivelazione di molecole in concentrazione estremamente ridotta, con importanti sviluppi in settori quali il monitoraggio dei cambiamenti climatici, il controllo dell’inquinamento ambientale, la ricerca medica, la rivelazione di sostanze tossiche o pericolose, ad esempio per la sicurezza di porti e aeroporti.

 

Suggerimenti