Curiosity muove il braccio
Dopo aver trascorso le prime due settimane di ambientamento su Marte, Curiosity, il rover della NASA, comincia a scaldare i motori. Dopo aver puntato il laser di bordo su un campione di roccia ha allungato con successo il suo braccio robotico lungo oltre due metri.
Il braccio motorizzato è dotato di ben cinque giunture, così da poter garantire la più ampia libertà di movimento. Verrà usato sia per raccogliere i campioni e portarli all’interno, nel laboratorio di bordo, sia per estrarre alcuni strumenti e depositarli all’esterno, sulle superfici bersaglio.
La “mano” posta all’estremità dell’arto robotico è una sorta di coltellino svizzero hi-tech. I suoi 60 centimetri di diametro per 30 chili di peso ospitano, nell’ordine: una macchina fotografica per immagini ravvicinate, un trapano, un cucchiaio per raccogliere il terreno, un pennello per rimuovere la polvere e due strumenti scientifici progettati per verificare se su Marte siano mai state presenti condizioni tali da ospitare forme di vita microbica. In particolare, uno dei due strumenti è in grado di individuare rocce e minerali alterati dall’acqua, mentre l’altro è specializzato nel rilevamento di sostanze organiche, dunque dei mattoni chimici della vita.