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Curiosity: facciamo il punto

Al Politecnico di Torino si è parlato del rover più sofisticato e tecnologicamente avanzato mai spedito su Marte. A 9 mesi dall'atterraggio quali sono state le sue scoperte e i suoi successi? Quali gli inconvenienti?

Ricordate Curiosity? Il rover della NASA lanciato il 26 novembre 2011 ed atterrato con successo su Marte il 6 agosto 2012. Partito con lo scopo di investigare sulla passata e presente capacità del pianeta di sostenere la vita microbica, subito dopo l'atterraggio aveva iniziato ad inviare importanti immagini dalla superficie.

Di recente, a quasi un anno da quel giorno, in un incontro pubblico avvenuto al Politecnico di Torino e organizzato dal Center for Space Human Robotics (CSHR) di IIT e da Thales Alenia SCuriosity - braccio robotizzatopace, si è fatto il punto della situazione.

Questo grazie soprattutto alla presenza e all'intervento dell'unico italiano nel team che segue Curiosity, Paolo Bellutta.

Curiosity è sicuramente lo strumento più innovativo e sofisticato presente su Marte, trasporta strumenti scientifici più avanzati rispetto a quelli di qualunque altra missione precedente sul pianeta rosso. La velocità massima del veicolo sulla superficie marziana è di soli 150 metri all’ora, ma può aggirare ostacoli e muoversi in completa autonomia.

Dispone di due computer di bordo identici, chiamati "Rover Compute Element" (RCE) e contenenti circuiti a prova di radiazione per tollerarne gli alti livelli provenienti dallo spazio. Sei telecamere, laboratori altamente specializzati, strumenti per la raccolta di campioni in superficie e in profondità, persino un raggio che può individuare le rocce a 7 metri di distanza e vaporizzarne una parte per analizzare lo spettro della luce emessa: gli strumenti a bordo del rover ne fanno un gioiello della tecnologia.

Per ora si può certamente dire che Curiosity ha fatto bene il suo lavoro. E' stato grazie alla sua scoperta di un ruscello profondo circa 50 cm che si sono potute avere prove della presenza di acqua in forma liquida su Marte. Questo ha suggerito ai ricercatori che il Pianeta Rosso abbia potuto ospitare forme di vita già alcuni miliardi di anni fa.

Inoltre è stato il primo rover a raccogliere campioni da analizzare. Nello scorso febbraio è infatti stato in grado di trivellare più di 6 cm di roccia e pochi giorni fa è riuscito a ripetere il successo, fornendo nuovi importanti campioni di polveri agli studiosi.Curiosity - Monte Sharp

Progettato per valutare l'ambiente ospitante, anche in vista di un futuro atterraggio umano, è grazie ai dati raccolti da Curiosity sul livello di radiazione marziana che si sono potute fare stime più dettagliate su tutti i possibili rischi che potrebbero correre gli astronauti.

Il rover si muove e lavora durante il giorno, che su Marte dura 39 minuti e mezzo in più rispetto a quello terrestre. Questo perchè con buone condizioni di luce e calore, il consumo di energia è minore. Per i primi 90 giorni il team del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena (California) che guida Curiosity ha lavorato seguendo l’orario marziano e i dati venivano inviati e raccolti sulla Terra durante la notte. Dopo i primi 3 mesi, invece, si è poi passati a lavorare seguendo l’orario terrestre.

Per programmare l'itinerario del rover, il gruppo di ricercatori si basa su simulazioni rese possibili nel dettaglio dai potentissimi telescopi che osservano il suolo marziano. L'accuratezza dei dati permette di prevedere ed evitare molti dei problemi che si potrebbero verificare.


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