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Nell’obiettivo di GENORYZA il genoma del riso

Il lavoro di miglioramento genetico sul riso ha risvolti pratici per agricoltori, trasformatori, consumatori e presenta benefici anche per l’ambiente.

La decodifica del codice genetico del riso è stata completata nel 2004. Grazie a questo strumento, frutto degli studi di genomica vegetale, la ricerca oggi può disporre delle informazioni legate ai geni del DNA di questa specie e valutare quali siano i meccanismi di controllo dei caratteri del fenotipo che hanno un particolare interesse nelle sottospecie coltivate (Oryza sativa japonica e Oryza sativa indica). Grazie al riconoscimento di marcatori genomici, che occupano posizioni fisse e invariabili nel genoma di ciascun essere vivente, è poi possibile caratterizzare le diverse varietà, ovvero identificarle e differenziarle le une dalle altre in modo univoco.Fiori di riso vialone nano

Su questi argomenti di tipo squisitamente scientifico, ma che hanno importanti ricadute di tipo economico e ambientale, sta lavorando il gruppo di ricerca GENORYZA, che opera all’interno del Parco Tecnologico Padano, Centro di eccellenza per le biotecnologie agroalimentari della Regione Lombardia, con sede a Lodi. Il gruppo si avvale della collaborazione dell’Ente Nazionale Risi di Mortara e della Sezione Specializzata per la Risicoltura di Vercelli del C.R.A. –Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura. L’attività è mirata allo studio di strategie innovative per la caratterizzazione delle cultivar, con l’obiettivo di definire le correlazioni esistenti tra i fenotipi delle piante in campo ed i relativi marcatori genomici, che vengono sviluppati in laboratorio.

Le correlazioni fenotipo-genotipo risultano utili per avviare programmi di miglioramento varietale in modo da arrivare, in tempi più brevi rispetto alle tempistiche del miglioramento genetico tradizionale, a risultati che soddisfano sia le esigenze degli agricoltori ( piante più resistenti alle malattie), dei trasformatori (semi più adatti al processo industriale) e dei consumatori (qualità organolettiche specifiche), ma anche di tutela dell’ambiente (minor ricorso ai fungicidi).Lo studio e l’identificazione dei geni responsabili della risposta immunitaria del riso alla malattia del brusone, causata dal fungo Pyricularia oryzae o Magnapothe grisea, permetterà di avviare programmi di selezione varietale (Pyramiding) per i caratteri di resistenza, così da arrivare ad ottenere varietà resistenti o immuni alla specifica fitopatia, con notevole riduzione dell’uso di fitofarmaci. Foglie di riso colpite da brusone

Le analisi condotte sinora hanno evidenziato come il 70% delle varietà di riso oggi coltivate in Italia siano suscettibili, a diversi livelli, a questo fungo, causa della più grave patologia fungina del riso a diffusione mondiale e responsabile di gravi perdite di raccolto. Perciò il lavoro di GENORYZA potrà avere un’importanza significativa per migliorare lo sviluppo e la produttività delle piante di riso italiane e la qualità dell’ambiente in cui vivono. Le metodologie sviluppate serviranno inoltre a definire con precisione l’origine del prodotto quando questo sia sprovvisto di idonea documentazione cartacea o ci sia il dubbio di una contraffazione.

In pratica, grazie ai nuovi strumenti della caratterizzazione genetica, sarà possibile ottenere la rintracciabilità di una materia prima vegetale, come il riso, o di un suo derivato, come la farina, così da tutelarne l’origine e le caratteristiche di tipicità legate al territorio.

Per approfondimenti sul progetto Genoryza http://www.tecnoparco.org/Default.aspx?tabid=1751;

http://www.cerealicoltura.it/sezioni/VERCELLI.htm

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