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La Sindone, non è medioevale, ma rimane un mistero

Pubblicato dall'ENEA un articolo sullo stato di avanzamento dei lavori di ricerca sul sacro lenzuolo. Al momento è verosimile escludere che si tratti di un falso di epoca medioevale

Sindone - voltoCapire come si sia potuta formare l'immagine così particolare  e affascinante impressa sul telo di lino della Sindone, custodita a Torino, è un'impresa che continua ad stimolare studiosi e ricercatori di tutto il mondo.  Uno studio italiano dell'ENEA, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, pubblicato di recente, apporta un nuovo importante tassello alla soluzione del mistero sindonico. 

Il lavoro, effettuato da un gruppo di ricercatori -  Di Lazzaro, Murra, Santoni, Nichelatti e Baldacchini  -   riassume lo stato dell’arte delle conoscenze sulla immagine sindonica, e spiega i motivi dell’estrema difficoltà nel riprodurre una immagine avente le stesse caratteristiche fisiche e chimiche, con la conseguenza che ad oggi la Scienza non è ancora in grado di spiegare come si sia formata l’immagine corporea sulla Sindone. In particolare arriva ad affermare che, alla luce di queste elevate difficoltà tecnologiche e scientifiche, l’ipotesi di un falsario medioevale, avanzata da alcuni studiosi, sembrerebbe poco probabile.

La pubblicazione riporta i risultati di cinque anni di esperimenti condotti presso il centro ENEA di Frascati, con lo scopo di ottenere una colorazione simile a quella dell’immagine corporea visibile sulla Sindone tramite l'irraggiamento di tessuti di lino con impulsi laser eccimeri nell’ultravioletto (UV) e nel lontano ultravioletto (VUV).

Le conoscenze e i presupposti dai quali a partire dai quali si sono mossi i ricercatori derivavano per lo più dalle risultanze degli studi condotti un gruppo di 31 scienziati sotto l’egida dello Shroud of Turin Research Project, Inc. (STURP) nel 1978. In particolare i ricercatori STURP, con i mezzi tecnologici a disposizione all'epoca,  conclusero che l’immagine corporea non è dipinta, né stampata, né ottenuta tramite riscaldamento. Inoltre, la colorazione dell’immagine risiede nella parte più esterna e superficiale delle fibrille che costituiscono i fili del tessuto di lino, mentre misure effettuate recentemente su frammenti di telo sindonico dimostrano che lo spessore di colorazione è estremamente sottile, pari a circa 200 nm.  Altre importanti informazioni derivate dai risultati delle misure STURP sono che il sangue è sicuramente umano, e che non c’è immagine sotto le macchie di sangue.

Sindone - immagineOra gli esperimenti condotti all'ENEA dimostrano che il processo di colorazione del tessuto è di tipo fotochimico, ossia associabile alla capacità della luce UV e VUV di colorare il lino, e non è provocata, invece, da riscaldamento termico.  In particolare viene evidenziata la capacità di impulsi di luce, della durata di alcuni nanosecondi, di colorare solo la parte più esterna del tessuto di lino, che è una della caratteristiche dell’immagine sindonica più difficili da replicare.

Altro aspetto interessante che è emerso è la comparsa di una colorazione del lino, per invecchiamento naturale, a seguito di irraggiamenti laser che non producono una colorazione visibile.  Notizia che intriga particolarmente gli storici, attratti dalla possibilità che l’immagine sulla Sindone possa essere diventata visibile a distanza di tempo (anni) dal momento in cui si è formata.

Sindone - prove irraggiamentoIn conclusione, i risultati dimostrano che un brevissimo e intenso lampo di radiazione VUV direzionale può colorare un tessuto di lino in modo da riprodurre molte delle peculiari caratteristiche della immagine corporea della Sindone di Torino, incluse la tonalità del colore, la colorazione superficiale delle fibrille più esterne della trama del lino, e l’assenza di fluorescenza.  Rimangono però alcune caratteristiche che non è stato possibile riprodurre, come la sfumatura dell’immagine dovuta ad una diversa concentrazione di fibrille colorate gialle alternate a fibrille non colorate. 

Rimane, inoltre, irrisolta la questione che per riprodurre l'intera immagine sindonica sarebbe necessaria una potenza totale di radiazione di 34mila miliardi di Watt che non può essere prodotta da nessuna sorgente di luce VUV costruita fino ad oggi.

Sicuramente questo studio, grazie all'utilizzo dell'irraggiamento con laser a eccimeri, apre una strada per studiare in dettaglio i processi fisici e chimici che potrebbero essere alla base della produzione della immagine corporea della Sindone, indipendentemente dalla sorgente di radiazione (o energia) che può aver generato questa immagine. 

Altrettanto sicuramente tutti i tentativi di riprodurre su lino un'immagine che abbia simultaneamente tutte le caratteristiche della Sindone sono a oggi falliti.  Il mistero sulla sua origine rimane dunque duemila, forse, anni dopo, immutato.

 



 

 

 



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