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La Rete Oncologica del Piemonte e Valle d'Aosta

La Rete Oncologica del Piemonte e Valle d'Aosta ha presentato in un convegno alle Molinette, i risultati del biennio 2006-2007

Giovedì 14 febbraio si è tenuto il convegno della Rete oncologica del Piemonte e Valle d’Aosta dal titolo "Le ricerche e le realizzazioni negli anni 2006 e 2007".Polo oncologico Lo scopo principale è stato quello di mettere a confronto gli operatori sanitari delle due regioni impegnati nell’assistenza e nella ricerca in ambito oncologico. Sono intervenuti, tra gli altri, il dottor Giuseppe Galanzino, direttore generale dell'Aso San Giovanni Battista Molinette, il prof. Giorgio Palestro preside della facoltà di Medicina dell'Università di Torino, il dottor Oscar Bertetto presidente della rete Oncologica e Direttore dell'ARESS, l'assessore alla Sanità e Salute della Regione Piemonte Eleonora Artesio.

In questi ultimi due anni, sono state circa 250 le pubblicazioni scientifiche frutto della collaborazione dei vari gruppi oncologici arricchendo la comunità scientifica con scoperte talora originali altre volte con proposte di modelli organizzativi che hanno consentito di rendere più efficace ed appropriata la cura e l’assistenza in ambito oncologico.

Dal 2006, sul nostro territorio, si è registrato un significativo incremento del divario tra incidenza e mortalità, dovuto alla riduzione della mortalità per alcune sedi tumorali, pur in presenza di un aumento dell’incidenza. In sostanza ci si ammala di più , ma si muore di meno. In Piemonte il numero dei nuovi casi, sll'snno, è di circa 11.440 maschi e 11.800 femmine. Il cancro del polmone rimane il tumore più frequente negli uomini con una incidenza annua di 80 casi ogni 100.000 abitanti. Nelle donne esso rappresenta il terzo tumore più frequente dopo il cancro alla mammella e quello del colon retto. La sopravvivenza a 5 anni per i malati di tumore a Torino mostra una tendenza positiva: circa il 50% dei maschi e il 60% delle femmine oggi è vivo a 5 anni dalla diagnosi di cancro, con punte dell'85% per le donne affette da tumore alla mammella, grazie all'efficacia della campagna di controllo e prevenzione in atto. Esistono ampi margini di riduzione dell'incidenza attraverso misure efficaci di prevenzione primaria, come ad esempio per il tumore al polmone, lotta al tabagismo, e le modificazioni degli stili di vita. Per i tumori alla mammella, del collo dell'utero, del colon retto, i programmi di screening promossi dalla Regione Piemonte risultano essere efficaci ed estesi a tutto il territorio, in grado di coinvolgere una percentuale sempre maggiore di cittadini.

Galanzino Giuseppe, Direttore Generale ASo Molinette La Rete Oncologica, ha come scopo prioritario quello di potenziare i collegamenti organizzativi e la collaborazione tra le diverse strutture che, nelle diverse fasi della storia clinica, concorrono alla gestione dei pazienti con neoplasia, favorendo un approccio multidisciplinare e migliorando l'assistenza al malato.

"La Rete Oncologica è la prima rete organizzata in Piemonte e fa da modello e da stimolo per pensare ad una organizzazione complessiva che permetta di far entrare tutto il Piemonte nei protocolli -spiega il dottor Giuseppe Galanzino, direttore Generale delle Aso San Giovanni Battista - il 30% dei pazienti delle Molinette sono malati oncologici, la Rete permette un accesso facilitato ed in tempi congrui, dei pazienti nei protocolli di cura".

I ricoveri ordinari per motivi oncologici in Piemonte, nel corso degli ultimi anni, si sono gradualmente ridotti. Oscar Bertetto L'attività si svolge prevalentemente nelle strutture di Day Hospital e ambulatorio, che rappresentano più del 50% dei ricoveri oncologici in totale, con punte fino al 70% alle Molinette di Torino, sede della presidenza e del coordinamento della Rete. "Ad oggi la sopravvivenza dei pazienti a 5 anni dalla diagnosi è aumentata del 6%, ed è una situazione simile a quella delle migliori regini europee ed alcune degli Stati Uniti. Uno degli obbiettivi principali della Rete per il prossimo futuro è quella di riuscire ad integrare nella rete i Centri di Ricerca di Base" conferma il dottor Oscar Bertetto.

Intenzione confermata anche dal preside della Facoltà di Medicina, Giorgio Palestro: "Siamo stati i primi a Modellare una Rete Assistenziale, inserire l'attività di ricerca all'interno della Rete significa avere ottime ricadute sulle applicazioni diagnostiche. Le ricerche devono mirare subito ad un miglioramento dell'ambito clinico, la così detta ricerca traslazionale".Palestro Giorgio Preside di Medicina

Ed è proprio questo che dovrebbe fare la Rete: riuscire a fare da catalizzatore per creare programmi strutturati e focalizzati su base regionale. "Oggi - continua il prof. Palestro - viviamo in realtà spaziali e strutturali vecchie, però ci sono centri, come l'IRCC di Candiolo ed il Centro di Oncologia delle Molinette affiancato dal CeRMS che vanno nella direzione della Rete. Ora, con l'Azienda Ospedaliera universitaria, bisogna armonizzare la componente strutturale della ricerca Scientifica. La Facoltà prevede piramidi di ricerca mirate ad alta integrazione e multidisciplinari, in una parola: traslazionali".

L'assessore alla Sanità e Salute della Regione Piemonte Eleonora Artesio, sottolinea come concretamente la rete aiuti i cittadini: " Il concetto di rete in generale sembra poco materiale, la percezione delle persone non è immediata. Questo non accade con la Rete Oncologica che ha ricadute immediate: i pazienti sanno raccontare cosa è la rete oncologica. Molto importanti sono i centri di accoglienza - da dove poi il malato verrà indirizzato nei vari protocolli di cura - perché c'è ancora chi accede alla sanità sprovvisto delle informazioni necessarie ed i centri di accolgienza sono un utile guida".Artesio assessore Sanità Regione Piemonte

Il prof Bertetto, conferma l'importanza della traslazionalità: "La ricerca è formata da tanti pezzetti, che uniti formano l'obiettivo finale. Bisogna, per usare un termine scientifico, tipizzare al meglio, cioé bisogna unire le molteplici specdializzazioni del centri di ricerca, i pezzetti, dividere gli obiettivi, per raggiungere lo stesso fine".

Altri dati sulla Rete e la Sanità in Piemonte. Ancor di più oggi, nell'era della target therapy (terapia personalizzata e mirata), la deospedalizzazione riguarda soprattutto le ASO sul confine con la Lombardia e la Liguria e presenta nel corso degli ultimi anni un andamento stabile (7-8%). La maggior parte degli spostamenti dalla propria ASO di residenza avviene invece verso istituti della Rete Regionale. Gli spostamenti all'estero rappresentano sempre un numero più esiguo: meno di un paziente ogni mille.

Per raggiungere questo risultato sono stati realizzati numerosi progetti sperimentali che hanno rafforzato il network: la rete di cure palliative, la nutrizione clinica domiciliare, la Rete della medicina riabilitativa , la FAD (Formazione a Distanza) per medici e infermieri ed altri in fase di realizzazione.

Aso Mlinette Il Piemonte, infine, è attivamente impegnato in Bosnia-Erzegovina per l'estensione del programma di screening dei tumori del collo dell'utero e per l'attivazione di un Centro Oncologico (reparto di degenza, day hospital e ambulatori) previsto per il prossimo maggio, presso il cantone di Zenica a circa 80 km da Sarajevo, sede di un nuovo polo oncologico, parte integrante della rete oncologica.

Al convegno è stato anche presentato un nuovo ed ambizioso progetto, primo ed unico in Italia: la creazione di un Clinical Trial Network della Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d'Aosta. Permetterà di condurre sperimentazioni cliniche, in particolare studi clinici controllati e randomizzati (randomized clinical trial), strumenti molto utili per acquisire nuove conoscenze scientifiche utili per trasferire i risultati delle ricerche e le casistiche alla pratica clinica e tradurle nelle decisioni di politica sanitaria. L'attività svolta all'interno della rete, permetterà anche di controbilanciare le crescenti pressioni delle industrie farmaceutiche e favorirà l'autonomia dei ricercatori, oltre che la sostenibilità dei costi da parte del Servizio Sanitario e non ultimi, la stadardizzazione dei trattamenti che si traducono in una riduzione dei rischi e degli errori.