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Il cinema d'impresa arriva su youtube

Su Edison Channel interviste inedite a premi Nobel e filmati sulla storia dell'industria italiana, direttamente dall'Archivio Nazionale Cinema d'Impresa

Edison inizia ad aprire il proprio archivio foto-cinematografico mettendo a disposizione del grande pubblico su Edison Channel (www.youtube.com/user/ediblog) i principali documentari e film che raccontano più di un secolo di storia dell’industria italiana. La cineteca storica di Edison, conservata presso l’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa, comprende circa 6.400 filmati prodotti dalle strutture cinematografiche della Edisonvolta, della Montecatini e della Montedison.

L'Archivio Nazionale Cinema d'Impresa venne istituito nel 2005 ad Ivrea, in convenzione tra il Centro Sperimentale di Cinematografia e la Regione Piemonte, per la conservazione e la diffusione dei documenti visivi realizzati in ambito d'impresa. Pellicola Cinema d'Impresa

Il cinema industriale ha rappresentato dagli anni Trenta agli anni Ottanta un settore importante della politica aziendale e ha prodotto migliaia di documentari che oggi costituiscono un patrimonio prezioso per ricostruire la storia economica e sociale dell'Italia e più complessivamente la memoria del nostro tempo. La riscoperta degli archivi industriali consente inoltre di valorizzare ambiti produttivi del cinema italiano a lungo dimenticati.

Numerosi sono i documenti filmati che affrontano tutti gli aspetti della vita aziendale, abbracciando in uno sguardo complessivo la produzione, con le catene di montaggio, i film didattici per i lavoratori, la documentazione dei processi produttivi e dei prodotti; ma anche il rapporto con i consumatori attraverso la pubblicità, e dunque l'evoluzione dei modelli possibili di società. Il cinema industriale ha anche dedicato grande attenzione alle relazioni umane, attraverso la comunicazione delle "opere sociali", tipiche di un'epoca in cui la fabbrica non voleva essere soltanto luogo di lavoro, ma presenza totalizzante nel tempo libero, nella socialità, nella risposta ai bisogni, attraverso il dopolavoro, le colonie per ragazzi, i centri culturali e sportivi, le attività sanitarie e assistenziali.

L'Archivio conserva circa 50.000 rulli di film realizzati a partire dai primi anni del Novecento da imprese italiane, e tra questi la cineteca Edison rappresenta una delle raccolte più complete e ricche.

Edison Channel - YoutubeUna prima serie di filmati già disponibili in rete è dedicata ai premi Nobel, ed in particolare a quelli per la fisica, la chimica e la medicina. Tra questi sono numerose le interviste inedite a scienziati del nostro Paese, come Emilio Segrè (Nobel per la fisica nel 1959), Giulio Natta (chimica nel 1963) e Rita Levi Montalcini (medicina 1986). Ogni settimana la sezione dedicata a questi grandi ricercatori italiani verrà ampliata con nuovi contributi.

Dalla scoperta dell’antiprotone agli studi sulla genetica batterica e la biologia molecolare, dalla creazione del nylon all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa, fino alla creazione di nuove materie plastiche. I protagonisti stessi di questi esperimenti raccontano come abilità tecnica, capacità innovativa, fantasia e fortuna spesso si combinino nel creare le condizioni favorevoli alle scoperte scientifiche. Gli incontri con i Nobel ci restituiscono non solo le tappe della vita professionale di grandi uomini e donne, ma entrano anche in una dimensione privata fatta di entusiasmi e sentimenti, con rivelazioni talora sorprendenti.

Ma non solo studiosi di scienza: nel tempo all'Archivio cinematografico Edison hanno prestato la loro opera registi e giornalisti di fama internazionale, come Ermanno Olmi, ex dipendente Edison, che attraverso la documentazion tecnica degli impianti elettrici e della descrizione del rapporto tra uomo e ambiente riuscì a ritrarre la società italiana del boom economica tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio dei Sessanta.

La cineteca può vantare due firme come Pier Paolo Pasolini, che scrisse i testi di “Manon finestra due” (con la regia di Olmi) e Italo Calvino che tradusse “Le chant du Styrene” di Raymond Queneau (regia di Alain Resnais) per la versione italiana di “La canzone del polistirene”, che canta le origini della plastica e della sua rapida diffusione.

 

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