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Endoscopia? Facile come bere un bicchier d'acqua

Nasce EMILOC,una capsula robotica ingeribile in grado di diagnosticare precocemente le patologie gastrointestinali che possono diventare maligne.

EMILOC, la capsula robotica ingeribile progettata dal laboratorio CRIM e vincitrice del Well-Tech Award 2007

Fino a pochi anni fa sarebbe stata fantascienza, ma oggi la capsula EMILOC è realtà. Realizzata dal laboratorio CRIM (Center for Research In Microengineering) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, questa nuova tecnologia biomedica, che nell'aprile 2007 ha vinto a Milano il WELL-TECH AWARD 2007, renderà l’esame endoscopico una pratica semplice ed indolore e permetterà di diagnosticare più precocemente eventuali patologie gastrointestinali. EMILOC (acronimo diEndoscopic Microcapsule Locomotion) è una capsula robotica multifunzionale, ingeribile con un bicchier d’acqua, in grado di muoversi all’interno del tratto intestinale. Il robot, la cui forma ricorda quella di un insetto, sarà capace, grazie ad una telecamera ed al sistema di illuminazione autonomo, di acquisire immagini endoscopiche ad alta definizione comparabili a quelle ricavate dalla colonscopia, esame ancor oggi molto doloroso.

Fino ad oggi in commercio esiste una capsula prodotta in Israele, ma è passiva, si muove soltanto grazie alla peristalsi gastrica e durante il viaggio acquisisce immagini frammentarie. Non riesce a soffermarsi sui punti di interesse perchè non è controllabile. L’innovazione principale introdotta da EMILOC è il meccanismo di locomozione con 8 zampette simili a quelle degli insetti, che alle estremità presentano degli uncini.

Un'immagine del funzionamento delle microcapsule VECTOR

Il termine previsto per il perfezionamento della capsula EMILOC, che finora ha superato la sperimentazione sui maiali, è per il 2010, e soltanto allora essa verrà introdotta nei principali ospedali europei.

Questo è però solamente il primo risultato raggiunto nell’ambito del più ambizioso progetto VECTOR (Versatile Endoscopic Capsule for gastrointestinal TumOr Recognition and therapy, ma in latino “vector” vuol dire anche “viaggiare”) che integra competenze diverse e complementari di 19 tra imprese biomedicali, istituti scientifici e cliniche di ricerca in tutta Europa. Il progetto, coordinato dal laboratorio CRIM e dal primo settembre 2006 finanziato dalla Commissione Europea con quasi 10 milioni di euro, ha come obiettivo principale la realizzazione di microtecnologie innovative in grado di eliminare i tumori gastrointestinali.

Capsula con locomozione a %22gambe%22 construita per il progetto VECTOR

EMILOC è il punto di partenza per passare a un sistema robotico più complesso basato su robot riconfigurabili, ovvero su tanti minuscoli moduli che, una volta entrati nel tratto digerente, si assemblano e disassemblano in modo autonomo a seconda di ciò che devono fare e della zona da esplorare. Queste nuove capsule, di cui esistono già i primi prototipi, potranno quindi essere facilmente ingoiate a pezzi, e, una volta ingerite, le singole parti si assembleranno in configurazioni differenti a seconda della necessità.

Ma le nuove capsule VECTOR non sembrano aver intenzione di limitarsi alla diagnostica, il robot potrebbe spingersi verso gli organi, passando attraverso la parete intestinale, e lì trasportare farmaci oppure operare per via transgastrica. Si tratta di idee che ancora 10 anni fa erano impensabili. Ora sono una prospettiva reale.

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