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Che aria si respirerà a Torino nel 2015?

La Provincia di Torino, in collaborazione con Arianet, ha effettuato uno studio per simulare la qualità dell'aria che avremo nell'area metropolitana della nostra città fra tre anni

 

 



La qualità dell'aria che respireremo a Torino e dintorni nel 2015 sarà migliore o peggiore di quella odierna? Per  provare a dare una risposta a questa preoccupante domanda, nonché delle indicazioni che possano influenzare le politiche ambientali delle amministrazioni dell'area metropolitana, la Provincia di Torino, in collaborazione con Arianet, grazie anche ai dati forniti da Regione Piemonte e ARPA, ha svolto uno studio che individua tre possibili scenari futuri.

Diciamo subito che la prospettiva non è delle peggiori: mal che vada la situazione migliorerà comunque rispetto a quella esistente oggi, parecchio compromessa, ma ci sono buone speranze che le iniziative di mobilità sostenibile programmate, i controlli sulle emissioni industriali e l’ampliamento della rete di teleriscaldamento, possano concorrere a portare quel miglioramento ben più sostanziale che tutti auspichiamo.

Lo studio ha preso avvio innanzitutto da un censimento e una  descrizione il più possibile aggiornata e Concentrazioni medie annuali di NO2 - anno 2008accurata delle fonti di emissione.  L’inventario delle emissioni in atmosfera prende in considerazione sostanzialmente tre ambiti particolari: le sorgenti puntuali (principalmente le industrie), le sorgenti lineari (derivanti dal traffico stradale) e le emissioni derivanti dal condizionamento degli edifici (soprattutto in relazione all’estensione del teleriscaldamento).

Un dato positivo emerso dall’indagine, relativamente allo scenario di partenza, è il ridimensionamento del ruolo dell’industria nello scenario emissivo di riferimento, imputabile sia alle mutate condizioni economiche che all’implementazione di norme più restrittive in materia

(Figura 1: Concentrazioni medie annuali di NO2 – 2008. In bianco, i valori misurati dalle centraline della rete.)

ambientale. Rispetto alla stima contenuta nell’inventario regionale, l’analisi a partire dai dati in possesso della Provincia di Torino indica, infatti, un contenimento delle emissioni industriali per tutti gli inquinanti, ossidi di azoto e PM10 in particolare.

Anche i dati che riguardano il traffico veicolare, ripartito differenziando strade urbane, extraurbane e autostrade, risultano inferiori alla stima contenuta nell’inventario regionale per tutti gli inquinanti, tranne l’ammoniaca.

Smog a TorinoMa veniamo ai tre  scenari proposti per il 2015.  Nel  primo, denominato BAU (Business As Usual) 2015,  i flussi veicolari nell’area metropolitana sono stati mantenuti ai livelli del 2008, simulando però  il beneficio atteso in termini di qualità dell’aria a seguito del  rinnovo del parco veicoli e dell’innovazione tecnologica, che comportano un  miglioramento degli standard emissivi.  In questo caso si avrebbe complessivamente un abbattimento pari circa al 17% per le emissioni di ossidi di azoto e al 6% per quelle di PM10, rispetto al totale delle emissioni dell’area metropolitana. I benefici maggiori si avrebbero in prossimità della tangenziale, mentre sarebbero più limitati nel centro di Torino.

Il secondo scenario, Energetico Industriale 2015, prende in considerazione, oltre all’innovazione tecnologica dei veicoli, la programmata estensione della rete di teleriscaldamento nell’agglomerato torinese, che porterà ad un totale di circa 80 milioni di metri cubi la volumetria allacciata nell’area metropolitana, e l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili, prevista nelle dalle autorizzazioni integrate ambientali, ai principali impianti industriali

Questo scenario, che possiamo senz’altro definire realistico, porta a stimare una riduzione del 29% degli ossidi di azoto, del 42% del biossido di zolfo e del 7% del PM10 rispetto alle emissioni dello scenario di riferimento nell’area metropolitana. I benefici maggiori si farebbero sentire nelle aree servite dal teleriscaldamento e in vicinanza di impianti con prestazioni emissive migliorate.

Le prospettive migliori arrivano dall’ultimo scenario,Torino in movimento (MOV) 2015, in cui entrano in gioco ingenti investimenti per infrastrutture di trasporto pubblico, lo sviluppo di sistemi di mobilità sostenibile e una penetrazione sul mercato dell’auto elettrica, oltre, naturalmente, alla riduzione delle emissioni inquinanti attraverso l’introduzione di più restrittivi standard EURO.

Emissioni da autoveicoloSi è insomma costruito uno scenario incentrato sulla mobilità sostenibile, ipotizzando, una riduzione della mobilità privata del 7% come conseguenza delle attività di mobility management (car pooling, ticket transport, car sharing) e una riduzione del 5% dei flussi privati solo sui centri storici dei 12 Comuni dell’agglomerato, a fronte dello sviluppo di politiche in favore della mobilità pedonale e ciclabile (bike sharing, piste ciclabili, ZTL…). Inoltre, si è voluto inserire l’ipotetico effetto sulla mobilità delle persone del sistema di trasporto metropolitano integrato, che prevede la realizzazione del Sistema Ferroviario Metropolitano.

In questo caso si potrebbe raggiungere una riduzione del 37% delle emissioni di ossidi di azoto e del 21% di quelle di PM10 rispetto allo scenario base.

In conclusione i risultati delle analisi di scenario presentate confermano la possibilità, a fronte di misure ambiziose, di raggiungere nel medio periodo gli obiettivi di qualità dell’aria fissati a livello europeo, almeno per quanto concerne il biossido di azoto.  Naturalmente l’insieme delle misure strutturali considerate, che comportano consistenti miglioramenti allo stato attuale, andrebbe accompagnato da ulteriori azioni su altri comparti emissivi non analizzati (per esempio nel campo della mobilità delle merci) in modo da poter ampliare i benefici a tutta l’area metropolitana.

 

 

 

 

 

 

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