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Anatomia e Frutta di cera: due nuovi musei per Torino

Da Martedì 13 febbraio il pubblico può ritrovare le collezioni di anatomia umana nell'affascinante contesto dell'ottocen- tesco Istituto Universitario di Corso Massimo D'Azeglio. A fianco è possibile visitare il nuovo Museo della Frutta.

Charles Darwin, il padre dell'evoluzionismo, nacque il 12 febbraio del 1809, e dal 1995 la comunità scientifica in questo giorno festeggia il suo compleanno. Torino ha trovato il modo migliore per onorare questa ricorrenza riaprendo al pubblico due nuove unità museali che vanno ad aggiungersi al ricco patrimonio cittadino: le collezioni del Museo di Anatomia Umana "Luigi Rolando" e il Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti”.

L'inaugurazione è avvenuta nella gremita Aula Magna della vecchia Facoltà di Agraria di Torino, un piccolo gioiello che fa rivivere le emozioni di una didattica che non c’è più. I banchi disposti nel ripido emiciclo sono restaurati, puliti e lucidati, e fanno un bel contrasto con le pareti a tinte pastello, dove ovviamente il verde non può mancare.

Il Museo di Anatomia Umana venne fondato nel 1739, da allora la raccolta di modelli in gesso, in legno e avorio e in cera, di preparati anatomici, di strumenti e di pitture ad olio su tela è andata arricchendosi, in particolare grazie all'impegno del cattedratico Luigi Rolando, cui deve il nome, che per primo, intorno al 1830, si occupo' della sistemazione della collezione e di trovarle una sede idonea nel palazzo che oggi è sede del Museo Egizio.

MODELLO SCOMPONIBILE DI CERVELLO IN LEGNO E AVORIO Fu l'entusiasmo del professor Carlo Giacomini, esimio studioso torinese di anatomia della seconda metà dell'800, seguace delle rivoluzionarie idee darwiniane, a sviluppare le collezioni antropologiche e primatologiche e a trovare nel 1898 la collocazione definitiva, in quelli che all'epoca erano i nuovi locali del nuovo palazzo degli Istituti Anatomici di Corso Massimo d'Azeglio 52. Da quell'anno il Museo rimase chiuso, immobile nel tempo, mantenendo però custoditi con cura i suoi preziosi reperti per tramandarli a noi oltre cent'anni dopo.

La riapertura del Museo di Anatomia Umana è il primo passo di un progetto più ampio, quello della realizzazione di un Museo dell'Uomo a Torino. Ad esso si aggiungeranno, ci auguriamo a breve, il Museo Lombroso e il Museo di Antropologia ed Etnografia.

Il restauro, coordinato dall'attuale responsabile del Museo, il Professor Giacomo Giacobini, stimato paleoantropologo, è stato di tipo conservativo, sia dal punto di vista architettonico architettonico della sede del Museo che dal punto di vista del restauro dei pezzi della collezione, ed è stato effettuato in collaborazione con la Sopraintendenza alle Belle Arti. Il visitatore, grazie anche al fascino dell'antico palazzo, ha dunque l'impressione di immergersi in un'atmosfera ottocentesca, che rimanda a metodi di studio e di ricerca antichi, con la costruzione di modelli che, superando la finalità per la quale vennero realizzati, acquisiscono oggi l'aspetto e il valore di vere e prorie opere d'arte.

Modello in cera utero gravido Quella certa sensazione di macabro che sembra associarsi al primo impatto, viene subito superata, per lasciare spazio all'indubbio fascino esercitato da ciascun oggetto esposto, ansioso di voler raccontare la propria storia. Così il calco in gesso di una donna gravida, già presente nel primo inventario del 1739, un modello in cera di uomo "scorticato" di dimensioni naturali, l'Uomo di Auzoux, costruito a Parigi nel 1830, con ben 129 parti componibili, e ancora lo scheletro e il cervello del professor Carlo Giacomini, oltre a svariati reperti e preparati istologici, accompagnano lungo il percorso di questo viaggio a ritroso nel tempo.

Accanto al Museo di Anatomia è stato aperto il nuovo Museo dela Frutta che contiene una collezione di più di mille riproduzioni di frutti in cera, risalenti a fine ottocento, realizzate da Francesco Garnier Valletti, artigiano confettiere a Giaveno (Torino). Questo famoso "ceroplasta", le cui creazioni sono incredibilmente simili alla realtà, esercitò la sua raffinata arte anche presso le corti viennese e degli zar di Russia. La collezione venne acquisita nel 1927 dalla Stazione Chimica della Università di Agraria di Torino.

Museo della frutta Torino Il percorso inizia con la storia, attraverso scritti, fotografie, oggetti, video di come è nato il progetto museografico. La collezione è ospitata all’interno di belle bacheche in legno e vetro e ciascuno dei frutti è dotato di un cartellino che indica la varietà ed un numero progressivo corrispondente a quello registrato nel catalogo.

Le straordinarie doti artistiche di Garnier Valletti lo stimolarono a ricercare un impasto, una ricetta segreta in cui entravano resine vegetali e polvere d’alabastro, che corrispondesse al meglio alle sue necessità di fine decoratore. Una grande conoscenza della botanica e un grande spirito d’osservazione, in grado di fargli cogliere tutti particolari, dai più evidenti a quelli quasi impercettibili, lo guidava nel riprodurre fedelmente la realtà nei suoi modelli. L’uso sapiente di vernici lucide od opache o addizionate di materiali fini, gli permetteva poi di confezionare al meglio le bucce di pere, mele, susine, ciliegie, patate e tanti altri frutti della terra.

L’opera di catalogatore, oltre che di fine artigiano, ci permette oggi di avere una testimonianza ineguagliabile dei frutti che si consumavano a quell’epoca in Piemonte. E delle malattie che anche allora si rendevano evidenti sui frutti: l’attento modellatore non ha mancato infatti di inserire nella sua collezione alcuni esemplari colpiti da infezioni batteriche o fungine. Alcune ci appaiono del tutto simili a quelle odierne, simili anche nel trasmetterci lo stesso sentimento di piccola delusione quando ci troviamo a dover eliminare dal cesto della frutta la mela che ha cominciato a scurirsi e rammollirsi da una parte. Solo che oggi, a differenza di allora, ci riesce un po’ meno spontaneo pensare che la frutta si guasta, perché le cellule muoiono o sono preda della vita infinitesimamente piccola che ci circonda: i derivati del petrolio e la loro immortalità ci hanno abituato diversamente.

Museo di Anatomia "Luigi Rolando" - C.so M. d'Azeglio 52, 10126 Torino

Tel. 011 6707883; e-mail: museo.anatomia@unito.it; http://www.museounito.it; http://www.torinoscienza.it/anatomia/

Museo della Frutta - Via Pietro Giuria 15, 10126 Torino

tel. 0116708195 - e-mail: info@museodellafrutta.it http://www.museodellafrutta.it

ORARIO dei Musei:

Dal lunedì al sabato 10,00-18,00 (Chiuso la domenica)

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