Se chiedete ad un bambino cosa sia la matematica, questo probabilmente inizierà a ripetere orgoglioso la tabellina del 7 appena imparata a scuola.
Se lo domandate ad un ragioniere, impugnerà la sua calcolatrice per mostrarvi come lunghi e noiosi conti possano servire per un bilancio o per l'amministrazione di un'azienda.
A questo quesito Federico Peiretti, docente al Liceo Classico Cavour di Torino e collaboratore al quotidiano La Stampa, risponderebbe invece: "La matematica è gioco".
Dopo il successo de "Il matematico si diverte", con questo nuovo libro, "Matematica per gioco", lo scrittore prosegue l'indagine nel mondo dei "problemi matematici divertenti".
E' veramente possibile rendere piacevole e divertente la materia da sempre considerata ostica e difficile dalla maggior parte degli studenti e che continua a lasciare un ricordo di lezioni tanto incomprensibili quanto noiose nella mente di chi ormai la scuola l'ha finita da tempo?
Questo l'obiettivo di Peiretti, che nella sua ultima fatica, con spirito termidoriano, cerca di sfatare la convinzione radicata nell'immaginario comune che vede la matematica come ostile e tediosa.
Lo fa raccogliendo più di 200 giochi. Accanto a quelli inventati dai grandi matematici, si trovano quelli più popolari. Sfogliando il libro potrete trovare diversi giochi con i dadi, che hanno attirato molti eminenti studiosi, da Galileo a Girolamo Cardano, fino ad arrivare a Blaise Pascal, che approfondendo proprio lo studio del lancio dei dadi, arrivò a stabilire i primi fondamenti del calcolo delle probabilità.
Con solo alcuni fiammiferi potrete sfidare i vostri amici in numerosi giochi e impressionarli risultando praticamente imbattibili: basterà usare un po' di logica, ricordare qualche regola di geometria imparata a scuola e seguire le indicazioni di Peiretti.
Un intero capitolo è invece dedicato al famoso Solitario di Leibniz, di cui vengono presentate diverse versioni. Questo gioco serve per mettere alla prova la propria abilità nell'organizzare lo spazio, realizzando strategie finalizzate a costruire determinate configurazioni e, come disse lo stesso creatore, è "utile per sviluppare l'arte della riflessione".
Per Peiretti il gioco è un ottimo punto di partenza per migliorare le proprie abilità di ragionamento e di intuizione, doti essenziali per avvicinarsi alla matematica e per cercare di comprendere il mondo così complesso in cui viviamo.
Questo libro, però, non va considerato come una semplice raccolta di rompicapi e passatempi con cui mettersi alla prova, sarebbe riduttivo. Con le numerose note biografiche contenute nell'opera, i racconti e le immagini, il libro appare più come un vero e proprio viaggio.
Un viaggio nel tempo: attraverso i racconti di Peiretti il lettore verrà catapultato nel 1500 alla corte del Duca di Milano e avrà l'impressione di poter osservare il matematico Pacioli collaborare con Leonardo da Vinci alla stesura di una delle più grandi opere di geometria esistenti, il De Divina Proportione.
Un viaggio attraverso l'arte e il cinema: per il pittore russo Kandinskij gli elementi geometrici avevano grande importanza, tanto da dedicare loro un'opera. Il punto, da ente geometrico senza dimensione, diventa nell'arte un mezzo per esprimere le proprie emozioni, nella scrittura l'unico legame fra silenzio e parola, sul viso di Marilyn Monroe, come neo, un segno di bellezza e seduzione.
Certo la matematica non è mai stata e mai sarà una passeggiata. Ma se si cominciano a mettere fiori alle finestre, comode poltrone su cui sedersi e si dipingono le pareti di colori accesi, anche la più tetra e buia prigione apparirà più confortevole. E chi lo sa, magari con il passare del tempo, qualcuno deciderà di rimanervi dentro anche quando le sbarre saranno aperte.