Questo è il miracolo che riesce a Dava Sobel, scrittrice e giornalista della pagina scientifica del
Protagonista principale - sebbene non esclusivo - è l'artigiano John Harrison, orologiaio nello Yorkshire del XVIII secolo, cresciuto senza istruzione formale ma genio autodidatta nella costruzione di ingranaggi, ruote dentate e altre diavolerie meccaniche.
Harrison riuscì a costruire un orologio che non risentisse quasi delle variazioni di temperatura e di pressione a cui andavano soggetti gli strumenti a bordo delle navi del suo tempo. Era un orologio senza pendolo, quindi capace di continuare a segnare l'ora esatta nonostante i rollii, i beccheggi e i movimenti tumultuosi cui erano sottoposte le imbarcazioni in tempesta.
Un orologio, insomma, capace di portare con sé (conservandola con precisione) l'ora del porto di partenza. Ciò permetteva di calcolare con grande facilità la longitudine di qualsiasi luogo: era sufficiente determinare l'ora locale e confrontarla con l'ora segnata dal cronometro di riferimento, eseguendo alcuni semplici calcoli.
Ma
È anche la storia delle ripicche e degli ostacoli che gli astronomi (convinti sostenitori del cosiddetto
È soprattutto la storia di una conquista faticosa, risultato degli sforzi di generazioni di navigatori e di scienziati, narrata attraverso i fatti, le teorie (talvolta anche molto bizzarre), i miglioramenti tecnologici, i successi e gli insuccessi che permisero alla fine di ridurre sensibilmente il numero dei naufragi e di rendere più sicuri e prosperi i traffici commerciali.
Come la stessa autrice narra in uno dei passi conclusivi dell'opera: