P.I.G.R.O., il tutore attivo per la riabilitazione

Un progetto sperimentale del Politecnico di Torino e dell'Asl di Cuneo

L’Asl CN1 e il Politecnico di Torino hanno presentato un progetto, attivato all’ospedale di Fossano, intutore PIGRO 2 collaborazione con il dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, denominato P.I.G.R.O. (Pneumatic Interactive Gait Rehabilitation Orthosis -DIMEAS- Politecnico di Torino). Si tratta di un tutore attivo per il recupero neuro-motorio degli arti inferiori in pazienti colpiti da ictus o da traumi cranici.

Come ben sappiamo, a seguito di lesioni cerebrali possono presentarsi difficoltà, anche gravi, del movimento degli arti inferiori e l’iter della riabilitazione motoria è lungo e complesso. Il tutore P.I.G.R.O. offre la possibilità di attivazione (eventualmente rimovibile) della caviglia e l’esecuzione di alcuni movimenti fisiologici del cammino umano non consentiti da altri macchinari simili. Non si tratta di un dispositivo per l’assistenza del paziente nella vita quotidiana, bensì di una macchina destinata a strutture specializzate in recuperi neuro-motori.

P.I.G.R.O. è facilmente trasportabile, leggero e regolabile su misura. Inoltre ha un costo notevolmente inferiore rispetto ai tutori attualmente in uso e ha il grande vantaggio di permettere un cammino mobile in una stanza anziché su un tapis-roulant.

tutore PIGROI primi esperimenti su paraplegici al Politecnico sono iniziati nel 2006: i pazienti venivano inizialmente sottoposti a risonanza magnetica per capire il tipo di danno cerebrale, poi dopo 3 settimane di trattamento si eseguiva un’analisi sul cervello per verificare il naturale recupero sugli arti inferiori. Con questo prototipo, più volte migliorato con quattro diverse versioni dal 2006 al 2012, è stata studiata la possibilità di attivare nuovi circuiti motori con macchine robotizzate. In futuro si pensa ad un trattamento in acqua.

Ai tecnici del Politecnico si affiancano gli psicologi dell’Università di Torino per valutare il miglioramento cognitivo delle persone e per contribuire alla qualità della vita anche in una fase avanzata della malattia.

Questo progetto, finanziato dalla Fondazione della Cassa di risparmio di Cuneo e dalla Fondazione della Cassa di risparmio di Fossano, potrà avere importanti ricadute positive sul recupero dei pazienti che spesso vengono considerati non recuperabili dal punto di vista fisico e sociale.