Glossario

materiale composito

coppa di Licurgo Per materiale composito si intende, in generale, qualunque materiale caratterizzato da una struttura non omogenea, costituita dall’insieme di due o più sostanze diverse, fisicamente separate e dotate di proprietà differenti. L’idea di accoppiare più materiali per ottenere un composto dalle caratteristiche più favorevoli rispetto ai singoli componenti è molto antica, anche a livello micrometrico: l’analisi al microscopio elettronico della famosa «Coppa di Licurgo» ha permesso di stabilire che è stata realizzata in materiale nanocomposito con particelle d’oro di diametro massimo pari a 50 nanometri. Proprio per questo il vetro della coppa assume una colorazione diversa a seconda che la luce sia trasmessa attraverso la sua superficie o riflessa dalla stessa.

Nella pratica si attribuisce il nome di composito al materiale costituito da:

- una fase omogenea detta «matrice», che ha il compito di amalgamare e tenere unita la fase dispersa. Nella stragrande maggioranza dei casi le matrici sono polimeriche perché garantiscono bassa densità (e quindi leggerezza del materiale finale); possono essere costituite da materie plastiche (es. nylon, abs, resine...), metalli (es. alluminio, titanio e loro leghe) o materiali ceramici (es. carburo di silicio o allumina).

- una fase dispersa, detta «rinforzo» o «carica» dispersa in varie modalità all’interno della matrice. Essa ha il compito di assicurare rigidezza e resistenza meccanica. Può essere costituita da fibre di vetro, di carbonio, di basalto, di ceramica...

L’insieme delle due parti costituisce un prodotto in grado di garantire proprietà meccaniche elevate e massa volumica decisamente bassa: per questo i compositi sono largamente usati nelle applicazioni dove la leggerezza è cruciale come l’aeronautica.

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