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Risorse idriche a rischio: la situazione in Piemonte

Nella Giornata Mondiale dell’Acqua 2007 di Torino a confronto il punto di vista di studiosi, tecnici ed autorità competenti sulle misure da adottare per fronteggiare i nuovi scenari di disponibilità e utilizzo dell’acqua.

Il Piano di tutela della acque o PTA, approvato recentemente dalla Regione Piemonte, è un nuovo strumento tecnico che servirà alla pubblica amministrazione per far fronte alle pressanti esigenze in termini di risorse idriche, puntando sulla razionalizzazione degli usi e sul risparmio idrico. L’annuncio della sua approvazione ha dato inizio ai lavori della Giornata Mondiale dell’Acqua di Torino, svoltasi presso il Politecnico nella mattinata del 22 marzo.

Piano tutela acque Regione Piemonte Il PTA, redatto sulla base delle conoscenze aggiornate del sistema idrico piemontese, avrà il compito di analizzare le criticità e adottare le misure idonee per fronteggiarle, tenendo presenti gli obiettivi fissati a livello comunitario e nazionale in merito a misure di regolamentazione, interventi strutturali ed infrastrutturali.

Il Piemonte ha sofferto, nell’anno 2006, di un generale deficit pluviometrico: circa il 15% in meno rispetto alle medie annuali storiche. Le precipitazioni nevose hanno registrato un deficit maggiore, pari al 20 e al 30%, con picchi del 50% nelle Alpi Graie. Nel complesso, le precipitazioni sono state decisamente inferiori rispetto alla media storica, con valori negativi che hanno avuto il picco tra novembre 2006 e febbraio 2007, periodo in cui il deficit ha raggiunto il 60% in meno.

Lo studio delle misure per far fronte all’emergenza idrica è stato al centro di alcuni dei molti interventi dei relatori al convegno.

L’ing. Burlando dell’Institute of Environmental Engineering di Zurigo ha fatto riferimento a modelli matematici funzionanti su scala mondiale che, dopo essere stati collaudati nella riproduzione di quanto accaduto nel passato, si dimostrano sufficientemente credibili per fare delle ipotesi future per quanto riguarda gli effetti climatici anche su scale sufficientemente ristrette, come quelle di bacino. L’ing. Bolognini del Consorzio Irrigazione Est Sesia ha evidenziato le connessioni tra evoluzione climatica e ridotte disponibilità idriche, con particolare riferimento ai fabbisogni agricoli in termini di irrigazione. Tra le possibili azioni da intraprendere ha indicato un rinnovato ricorso alle interconnessioni tra corsi d’acqua (fiumi e canali) a diverso regime idrologico, sull’esempio di quanto realizzato nel 1800 con la costruzione del canale Cavour. Canale Cavour A questa azione, di tipo infrastrutturale, che dovrà considerare il rispetto del deflusso minimo vitale, se ne dovrebbero affiancare altre di tipo gestionale, come calibrare su di una situazione aggiornata delle colture e degli effettivi fabbisogni la regolazione dei canali e degli invasi. L’ing. Ravera dell’Autorità di Ambito Territoriale Torinese, l’Istituzione che si occupa della tutela della risorsa e della gestione dei servizi idrici locali, ha sottolineato gli interventi attraverso i quali si opera in favore della salvaguardia del patrimonio idrico: le interconnessioni di acquedotti, i grandi interventi in Val di Susa e in Valle Orco, la disciplina dell’uso dell’acqua, che già oggi, ad esempio, non consente l’uso dell’acqua potabile per l’annaffiatura di orti e giardini e l’uso delle piscine.

A supporto delle ricerche e dei nuovi progetti, necessari per “sostenere ed indirizzare politiche consapevoli di pianificazione e gestione” delle acque regionali, sono disponibili moderni strumenti operativi, come quelli offerti dall’ARPA Piemonte, comprendenti i bollettini mensili sulle precipitazioni, corredati dalle previsioni meteorologiche, o dal Politecnico di Torino, che conduce studi e valutazioni modellistiche per la valutazione delle risorse idriche in Piemonte.

Per approfondimenti : http://www2.polito.it/strutture/ditic/

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