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La teoria evolutiva di Darwin

Uno dei punti fondamentali della teoria evolutiva di Charles Darwin (1809-1882) è l'adattamento che si realizza non per spinta interna, ma attraverso il meccanismo della selezione naturale, che conferisce una direzione alla variazione casuale che compare in natura.

Darwin Con l’ampio bagaglio culturale di un “vero naturalista”, a soli 22 anni Darwin partecipò alla famosa spedizione scientifica in Sudamerica del brigantino Beagle (1831-36), nell’ambito della quale fece ampie e sistematiche osservazioni, che gli consentirono di spiegare la diversificazione spaziale del mondo vivente (evoluzione orizzontale).

Nel 1859 pubblicò On the Origin of Species by Means of Natural Selection or the Preservation of Favored Races in the Struggle for Life, che segnò la sua conversione dall’ortodossia del fissismo alla consapevolezza che le specie variano nel tempo e nello spazio e nuove specie possono continuamente comparire.

La speciazione geografica, ossia la formazione di nuove specie attraverso l’isolamento geografico, è senza dubbio l’idea fondamentale della teoria darwiniana. Le barriere geografiche (oceani, fiumi, catene montuose, deserti) rendono possibile la speciazione. Nelle aree continentali possono essere sufficienti, in assenza d’isolamento, altri meccanismi, come la specializzazione ecologica o di habitat, la differenziazione della stagione o del comportamento riproduttivi.

La formazione di specie diverse da un ceppo originario procede comunque attraverso la formazione di “varietà” al suo interno. Queste si differenziano gradualmente dalla specie originaria per adattamento sempre più preciso a condizioni ambientali che cambiano nel tempo e nello spazio.

Evoluzione dell'uomo

Il meccanismo della selezione naturale determina, nella lotta per risorse ambientali limitate, la sopravvivenza ed il successo riproduttivo delle varietà e degli individui che portano i caratteri maggiormente adattativi. Questi caratteri sono ereditabili da una generazione all’altra.

Darwin costruisce la sua teoria prendendo spunto dalle conoscenze biologiche, paleontologiche ed economico-sociali del suo tempo (le regole della selezione artificiale negli allevamenti domestici e in agricoltura; il rapporto tra popolazione e disponibilità di risorse e il conseguente conflitto individuale messo in evidenza da Malthus). Tra l’altro, molte idee sull’origine di nuove specie erano già state anticipate, nel 1855 e 1858, da Wallace, sostenitore poi del darwinismo.

Il concetto di selezione naturale, suffragato con esempi e argomentazioni calzanti, dà originalità e compiutezza alla teoria di Darwin. La selezione non provoca la semplice eliminazione degli individui devianti, compatibile con l’essenzialismo, ma, agendo sulle popolazioni variabili al loro interno, determina l’affermazione degli individui più adatti, attraverso il successo riproduttivo. In assenza di variazioni vantaggiose la selezione naturale non può far nulla.

La teoria di Darwin ebbe un impatto senza precedenti sul pensiero di metà Ottocento. Essa non solo sostituì la teoria biologico-filosofica dell’immutabilità delle specie, ma costrinse l’uomo a ripensare la sua concezione del mondo e di se stesso e sollevò profonde questioni generali, anche etiche, come l’insostenibilità dell’antropocentrismo, vista la comune derivazione di tutto il regno animale.

L’idea di spiegare la storia del mondo in termini di selezione naturale trovò forte opposizione anche in numerosi scienziati, primi tra tutti il geologo Lyell ed il fisico Jenkin , i biologi Cuénot, Vandel e Grassé, che nel migliore dei casi attribuirono alla selezione naturale un ruolo marginale nei processi evolutivi.

Frontespizio Huxley L’accettarono invece senza riserve i naturalisti: per citare i più noti, gli inglesi Huxley, il sudamericano Bates, il brasiliano Müller, il tedesco Weismann, il quale, confutando l’ereditarietà dei caratteri acquisiti, tolse ogni sostegno al lamarckismo (1880). Solo negli anni tra il 1930 ed il 1940, con la “sintesi evoluzionistica”, la teoria della selezione naturale divenne patrimonio scientifico comune. Diedero forza alla teoria di Darwin le sempre più approfondite conoscenze della citologia e della genetica, in particolare la riscoperta di Mendel.

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