Recensioni

Rosalind Franklin

Biografia della scienziata che eseguì gli esperimenti grazie ai quali Watson e Crick hanno dedotto la struttura del DNA

La Rosalind Franklin dipinta nel libro della scrittrice Brenda Maddox è una donna incredibilmente forte e indipendente, la cui vita appare come mossa esclusivamente dalla sua sincera passione per la ricerca, interessata più al suo lavoro che al desiderio di gloria. Ne consegue che l’aver partecipato alla scoperta della struttura del DNA non è stato per lei un motivo di particolare orgoglio, anzi inferiore a quello nutrito per altre sue scoperte, né di risentimento per la mancanza iniziale del dovuto riconoscimento.

Il libro narra dell’entusiasmo di questa scienziata, che giovanissima ha raggiunto una fama mondiale. Parla di una ricercatrice piena di curiosità ed entusiasmo, del suo pellegrinaggio in laboratori diversi alla ricerca dell’ambiente più stimolante dove portare avanti le sue ricerche, del suo amore per l’Europa e per le escursioni in montagna.

Un libro indubbiamente ben documentato, in grado di calare il lettore nella realtà dell’epoca e dei meccanismi complessi che regolano le relazioni tra le persone nel mondo scientifico.

Superati i primi capitoli, in cui la scrittrice tortura il lettore con una cavillosa descrizione di tutti i pregi della famiglia Franklin e delle persone venute a contatto con loro, a partire dagli avi più remoti fino all’elenco dei talenti della giovane Rosalind, il lettore può finalmente immergersi nel racconto di come questa ricercatrice abbia raggiunto i risultati che le hanno permesso di immortalare il suo nome nella storia.

La scrittrice non trascura alcun particolare, descrive tutte le amicizie, i collaboratori, i laboratori e le attrezzature, i viaggi, le sue abilità culinarie. Accanto a ciò spiega in maniera chiara ma scientificamente corretta (con alcune piccole sviste che non sfuggiranno al lettore più attento) tutti gli studi e le scoperte effettuate dalla Franklin. Rivela come l’esclusione del suo nome dall’articolo sulla scoperta del DNA sia frutto di una situazione accademica molto particolare, in cui i dissapori tra lei e un suo superiore, Wilkins, hanno avuto un ruolo fondamentale.

Un altro punto interessante affrontato dal libro è come questa esclusione non sia stata mai motivo di risentimento per Rosalind Franklin, sia in ragione del fatto che lei stessa inizialmente non era a conoscenza del fatto di esserne stata partecipe.

La scrittrice non pone in evidenza un fatto che vale la pena di accennare: questo potrebbe essere in parte dovuto al fatto che inizialmente la scoperta non ha riscosso il clamore che forse oggi potremmo immaginare. Questo perché erano stati proposti molti altri modelli di struttura del DNA e quello di Watson e Crick ha richiesto un certo tempo per affermarsi. Inoltre, il DNA all’epoca non aveva ancora la posizione centrale che oggi riveste nella biologia: si discuteva ancora molto su quali erano le molecole che controllavano i meccanismi della vita, il DNA appariva semplicemente come un, non “il”, candidato probabile. Prova ne è il fatto che per un decennio sono stati pubblicati pochissimi lavori sull’argomento.

Gli ultimi capitoli sono i più interessanti, anche se un pò contratti. In questi la Breddox narra degli studi seguenti alle fotografie del DNA, incentrati sulla struttura proteica del Virus del Mosaico del Tabacco. Questo è stato il periodo più florido per la ricercatrice, che si è finalmente venuta a trovare in un ambiente scientificamente più stimolante per lei. Grazie alle conoscenze maturate durante gli studi precedenti e le visite a laboratori americani, in questo periodo ha effettuato le scoperte più interessanti della sua carriera.

Al termine del libro una sorpresa: la narratrice finisce la storia, ma non si ferma e suggerisce interessanti spunti di riflessione sulla figura di Rosalind Franklin nel movimento femminista degli anni Settanta, sul discusso libro di James Watson e dell’effettivo valore dell’assegnazione dei premi Nobel nella nostra epoca.

Per approfondimenti: dossier "50 anni di DNA, parte I" e "50 anni di DNA, parte II".

In copertina


Brenda Maddox
Mondadori
2004
346
88-04-52635-1

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