Aveva più o meno undici anni il giovane Hermann quando sua madre gli regalò una copia del libro di Jule Verne
Il genio di Oberth si accese il 25 giugno 1894 a Hermamstadt in Transilvania. Dopo essere cresciuto con i libri di Verne, all'età di quattordici anni progettò un razzo che, bruciando combustibile liquido, poteva sollevarsi da terra e dirigersi verso lo spazio espellendo gas dal basso. Era ancora giovane e privo di risorse il precoce Hermann e il suo razzo non vide mai la luce, ma l'entusiasmo con il quale divorava libri tecnici e di matematica, costruendo le basi della sua formazione, era appena sbocciato. Studiò in varie università, a partire da quella di Monaco, dove peraltro si iscrisse alla facoltà di Medicina.
La Prima Guerra Mondiale interruppe i suoi studi e lo vide arruolato in una unità medica. L'esperienza bellica fu importante perché in quel frangente maturò una convinzione importante: la carriera medica non faceva per lui. Già nel 1917 Oberth propose al Ministero della Guerra di sviluppare missili a lungo raggio per bombardare i nemici. Il progetto venne ritenuto non realistico e pertanto respinto. Ma intanto Oberth aveva deciso cosa fare da grande. Cinque anni più tardi, dopo aver passato le università di Gottinga, Heidelberg e Clausemberg, discusse la tesi di dottorato presentando un lavoro dal titolo
Come era successo con la commissione del ministero, anche quella d'esame giudicò assai severamente il lavoro di Oberth, ritenendolo troppo utopistico e non né autorizzò la pubblicazione. Oberth allora fu costretto a pubblicarlo a sue spese nel 1923.
Sebbene pubblicato fuori dagli ambienti accademici, il libro destò un certo scalpore accendendo forti discussioni. Nel lavoro di Oberth, al quale seguì nel '29 una versione più lunga, venivano descritti con assoluto rigore scientifico i principi del volo spaziale a partire dalla suddivisione del razzo in più stadi, l'utilizzo di vari tipi di combustibile e le discussioni sui fenomeni di microgravità. Nella seconda parte del lavoro, Oberth si soffermò sull'effettiva fattibilità dei principi prima esposti. Concludeva i lavori con le possibili applicazioni del volo spaziale, compresi i satelliti per telecomunicazioni, un telescopio orbitale e le stazioni spaziali.
Nonostante il parere della commissione d'esame, il visionario Oberth aveva appena scritto una delle pietre miliari della conquista dello spazio. Ma il lavoro ebbe anche un altro merito. Un giorno una copia del libro capitò nelle mani di un giovanissimo rampollo della nobiltà prussiana, poco incline allo studio della matematica e molto a far danni, cambiandogli la vita per sempre. Quel giovane era Wernher von Braun, l'uomo che avrebbe portato gli americani sulla Luna.
Fu ancora un libro a mettere in contatto Oberth con un altro del padri dell'astronautica, R. Goddard, del quale, nel 1919, ne conobbe il lavoro più importante
Sebbene poco coadiuvato dall'ambiente accademico, Oberth venne incoraggiato dalla moglie Tilli a continuare le sue ricerche, dedicandosi autonomamente alla costruzione di motori a propellente liquido. Nel 1929 costruì il Model B, un razzo alimentato da una miscela di alcol e idrogeno e pubblicò
Intanto, però, la sua fama era cresciuta molto ed era riuscito a radunare attorno a se un piccolo gruppo di entusiasti del volo interplanetario. Questi, in una sera dei primi di luglio del 1927, fondarono la prima società dedicata alla tecnologia spaziale, la
Con il giovane genio prussiano, Oberth fu impegnato in un lavoro piuttosto curioso: fare da consulente scientifico al film di Fritz Lang,
Dopo la breve esperienza nel mondo della celluloide, Oberth tornò in Transilvania a insegnare, pur continuando a seguire gli esperimenti della sua VfR, dove eccelleva per iniziative von Braun, non mancando mai di dare importanti suggerimenti per migliorare i razzi costruiti dal gruppo. I due si sarebbero, comunque, presto incontrati di nuovo, durante la guerra.
Nel 1938 Oberth venne invitato dalla Technische Hochschule di Vienna a occuparsi di razzi per impieghi militari; poi, nel 1941, lo scienziato passo direttamente alle dipendenze dell'esercito tedesco come consulente del famoso centro di ricerche di Peenemunde, diretto da quello che un tempo era il suo miglior allievo, Wernher von Braun appunto.
Al termine della guerra, che gli aveva tolto due figli, Julius e Ilde, riuscì ad attraversare il confine che divideva le due Germanie e a riparare a Feucht nei pressi di Norimberga. Qui vi rimase fino al 1948.
Divenne consulente industriale in Svizzera e successivamente ebbe un'esperienza anche in Italia, dove studiò la possibilità di costruire missili per la Marina, peraltro mai costruiti. Nel '54, ritornato a Feucht, pubblicò
Negli ultimi dieci anni di vita si dedicò a questioni più strettamente filosofiche, abbandonando i viaggi tra le stelle che tanta fama gli avevano portato, per concentrarsi sul destino dell'uomo e la politica dei governi. A novant'anni scrisse
Il padre dei viaggi nello spazio si spense il 28 dicembre 1989 all'età di 95 anni. Nella epigrafe che si trova nella sua tomba si può leggere "