Personaggi

Fred Hoyle (24/06/1915 - 22/08/2001)

Astrofisico britannico, "bastiancontrario" della cosmologia

"Trovo più accettabile l'idea della creazione di un atomo di idrogeno all'anno che quella della nascita dell'Universo da un punto."

In questo secco commento sulle origini dell'universo è racchiuso molto del pensiero di uno degli scienziati più importanti e controversi del ventesimo secolo: Fred Hoyle.

L'astrofisico britannico, scomparso il 22 agosto del 2001 all'età di 86 anni, era conosciuto nel mondo della scienza per le sue idee affascinanti ma spesso piuttosto discutibili: per esempio la teoria dello stato stazionario, che Hoyle contrapponeva strenuamente all'idea che l'universo sia nato da un'immane esplosione partendo da uno stato iniziale singolare, teoria che lui ribattezzò sarcasticamente Big Bang; oppure la teoria della panspermia, secondo la quale le molecole organiche fondamentali per la vita sarebbero arrivate sulla Terra dalle profondità dello spazio, portate dalle comete.

Nella visione di Hoyle, le comete fungono da vettori cosmici che portano la vita da un capo all'altro della galassia, spargendo molecole organiche sui pianeti che incontrano nel loro cammino, dove è possibile che esse trovino le condizioni adatte per sviluppare organismi superiori.

Ma lo scienziato britannico era conosciuto anche dal grande pubblico grazie alla sua prolifica vena di scrittore di fantascienza e a una serie di trasmissioni radiofoniche dei primi anni 1950 nelle quali parlava della natura dell'universo e proponeva le sue idee. In occasione di una di queste trasmissioni Hoyle disse che avrebbe scommesso sul fatto che da qualche parte nella nostra galassia potesse esistere una squadra di cricket in grado di sconfiggere la fortissima squadra australiana (quella che, puntualmente, le suonava tutte le volte alla controparte inglese).

Nell'ultimo di questi interventi radiofonici, Hoyle attaccò il modello cosmologico proposto da Gamow, e se ne uscì ribattezzandolo con quel termine che forse neanche lui poteva immaginare potesse riscuotere tanto successo e con il quale ancor oggi identifichiamo quella teoria: Big Bang.

Come scrittore di fantascienza scrisse numerosi racconti tra i quali i famosi October The First Is Too Late (Il primo ottobre è troppo tardi), dove immagina che le persone attraversino zone temporali differenti incontrando civiltà di differenti epoche storiche, The Black Cloud (La nuvola nera, 1957) nel quale descrive una nube di polvere cosmica intelligente che oscura il sole, e A For Andromeda (A come Andromeda, 1962) che poi divenne una serie tv per la BBC con protagonista Julie Christie e fu anche sceneggiato dalla RAI con Paola Pitagora come protagonista. La copertina del libro %22A come Andromeda%22 (Feltrinelli) Hoyle nasce il 24 giugno del 1915 a Bingley, nello Yorkshire, da una famiglia di commercianti di lana. Ben presto manifesta il suo interesse per il cielo, che scruta con un piccolo telescopio già all'età di dieci anni, rimanendo alzato tutta la notte per osservarne le meraviglie. La sua educazione comincia alla scuola di Bingley e prosegue a Cambridge presso l'Emmanuel College dove viene introdotto allo studio della matematica. All'Università di Cambridge si laurea e si sposa, con Barbara Clark, nel 1939.

Durante la seconda guerra mondiale conduce ricerche per l'Admiralty Signals Establishment ed è coinvolto nella progettazione di radar; proprio durante questo periodo diventa amico di Hermann Bondi e Thomas Gold insieme ai quali, al termine del conflitto, sviluppa la teoria dello stato stazionario.

Secondo questo modello l'universo non ha né inizio né fine, continua a espandersi da sempre e man mano che la densità diminuisce, in seguito all'espansione, viene creata di continuo nuova materia dal vuoto per riequilibrare la situazione. L'universo di Hoyle è sempre uguale a se stesso, non solo nello spazio ma anche nel tempo. Si dice che l'ispirazione per questa teoria venne ai tre mentre stavano guardando un film sui fantasmi allorquando la scena finale riportava, di fatto, la trama del film alle situazioni iniziali.

Tuttavia i tre non pubblicano insieme il loro lavoro; Hoyle pubblica il suo articolo nella rivista della Royal Astronomical Society due mesi dopo la pubblicazione a due mani di Bondi e Gold. Corre l'anno 1948. Per un certo periodo il modello di Hoyle ha avuto un certo numero di sostenitori, ma è caduto in disgrazia quando nel 1965 Wilson e Penzias hanno scoperto la radiazione di fondo prevista dalla teoria rivale di Gamow.

A onor del vero, Hoyle è sempre rimasto fedele alla sua idea del cosmo. Fino alla morte ha continuato a proporre la sua visione, opportunamente riaggiustata e aggiornata, come alternativa alla teoria del Big Bang preferita dalla maggior parte degli scienziati, schierandosi sempre dalla parte dei dissenzienti, tra i quali spiccano i nomi dei suoi colleghi Jayant Narlikar e Geoffrey Burbidge, con i quali nel 2000 ha pubblicato il libro Un differente approccio alla cosmologia, e del campione dei dissidenti, Halton Arp.

Negli anni 1950, insieme a Burbidge e soprattutto a William Fowler, Hoyle conduce studi volti a dimostrare la produzione di elementi pesanti all'interno delle stelle per mezzo della nucleosintesi. Il lavoro culmina con la pubblicazione Sintesi degli elementi nelle stelle del 1957, da tutti riconosciuta come monumentale e di assoluta importanza in astrofisica. Per queste ricerche Fowler fu insignito nel 1983 del premio Nobel per la fisica, mentre Hoyle fu dimenticato dall'Accademia di Svezia. Il motivo di questa esclusione resta ancora un mistero; si può soltanto congetturare che alla Royal Swedish Accademy le idee di Hoyle siano sembrate troppo azzardate e fuori dagli schemi.

Un'altra teoria eretica proposta da Hoyle è quella secondo cui anche i virus possono giungere dallo spazio; l'influenza, per esempio, secondo l'anarchico pensatore britannico sarebbe arrivata sulla Terra in seguito al passaggio vicino al nostro pianeta di uno sciame di meteoriti. Naturalmente la comunità dei biologi e dei fisici ha giudicato l'idea di Hoyle puramente fantasiosa. In un contesto simile si collocano numerosi lavori di Hoyle sull'origine della vita, molti portati avanti insieme al suo allievo Wickramasinghe, tra i quali Malattie dallo spazio profondo del 1979 e Viaggiatori dello spazio: l'origine della vita del 1980.

Hoyle ha rivestito ruoli di prim'ordine nelle istituzioni scientifiche del suo Paese. È stato vicepresidente della Royal Society dal 1969 al 1971 e in seguito presidente della Royal Astronomical Society fino al 1973.

Ha promosso una collaborazione anglo-australiana che ha portato alla creazione di un osservatorio nel New South Wales, in Australia, ed è stato membro dello staff degli osservatori statunitensi di Monte Wilson e di Monte Palomar negli anni tra il 1957 e il 1962.

Ha ottenuto prestigiose cattedre presso il California Institute of Technology (1953-54) e la Cornell University dove ha insegnato astronomia tra il 1972 e il 1978.

Nel 1974, due anni dopo essere stato nominato baronetto, Hoyle è stato premiato con la medaglia reale della Royal Society, e in quella occasione il presidente della prestigiosa istituzione londinese lo ha descritto come una delle menti più originali dell'astronomia, le cui idee rappresentano una continua sfida per gli astronomi.

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