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Notizia del 21/08/2002

Un virus contro la guerra biologica

Anche il temibile bacillo del carbonchio (ormai conosciuto più come antrace) ha i suoi nemici, che possono essere messi al servizio delle vittime di un eventuale attacco terroristico condotto con armi biologiche.

Si tratta di una vecchia idea, risalente almeno al 1930. I batteri, come tutti gli esseri viventi, hanno dei virus che li attaccano, conosciuti come batteriofagi o più semplicemente fagi. Prima dell'arrivo degli antibiotici, in tutto il mondo si provò ad usare flaconi pieni di questi virus per combattere alcune malattie dovute proprio ai batteri.

Oggi i batteriofagi potrebbero conoscere una seconda giovinezza, soprattutto di fronte a due fattori importanti: la crescente resistenza naturale agli antibiotici di alcuni batteri e la possibilità che ceppi resistenti vengano creati in laboratorio proprio con lo scopo di rendere incurabili le malattie che causano.

Finanziata dalla leggendaria DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency, la struttura scientifica dell'esercito americano dove, tra l'altro, nacque Internet), una ricerca condotta dalla Rockefeller University promette di fornire un'arma decisiva per eliminare, o quasi, il pericolo rappresentato da un uso terroristico dell'antrace. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, parte proprio da un batteriofago che infetta specificamente il Bacillus antracis. Come tutti i virus, questo entra nella cellula batterica, si riproduce e poi la distrugge liberando i nuovi virus nell'ambiente circostante. I ricercatori sono andati a vedere, in particolare, come fanno i virus a distruggere la parete del batterio in modo da uscire. In questo lavoro hanno trovato un enzima che fa proprio questo: rompe la parete cellulare dei bacilli. Basta aggiungerlo ad una coltura di batteri dell'antrace per vederli morire tutti. Quindi non serve usare i virus interi: è sufficiente questa loro arma segreta.

"Questo enzima - dice Raymond Schuch, uno degli autori dello studio - è mortale come la varechina su questi organismi. Non esiste niente al mondo che uccida il batterio dell'antrace così rapidamente".

Ma il bello è che l'enzima è anche estremamente specifico: non attacca altre cellule, e neanche altri batteri, quindi potrà forse essere usato come farmaco anche sull'uomo. "Diversamente dagli antibiotici - spiega Vincent Fischetti, altro autore della ricerca - questo tipo di terapia non uccide i batteri utili del nostro corpo, e quindi avrebbe pochissimi effetti collaterali, forse nessuno".

I test sono molto promettenti, e non solo quelli di laboratorio: i ricercatori hanno infatti provato l'enzima su alcuni topi infettati da uno stretto "cugino" dell'antrace: il Bacillus cereus. Senza trattamento i topi morivano entro poche ore. Ma quando gli scienziati hanno iniettato ad alcuni di loro l'enzima, hanno visto che l'ottanta per cento dei topi sopravviveva.

Il passo successivo è il test con il Bacillus antracis vero e proprio, magari proprio il ceppo "Ames" usato per gli attentati con le lettere all'antrace negli Stati Uniti.

Naturalmente il capo dei virus batteriofagi è promettente non solo per la lotta al terrorismo biologico. La possibilità di combattere i batteri con armi diverse dagli antibiotici, infatti, darà all'umanità un futuro più tranquillo, man mano che questi ultimi diventano sempre più "spuntati" per via della resistenza.

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