Un vaccino a base di DNA nel trattamento delle encefalomieliti autoimmuni
La risposta immunitaria di tipo autoimmune ovvero quella diretta contro elementi dello stesso organismo presenta molta variabilità.
Questa variabilità delle risposte autoimmuni pone svariati problemi allo sviluppo di terapie efficaci che risultino capaci di indurre tolleranza verso gli antigeni specifici contro cui si è sviluppata l'autoimmunità.
Il dottor Lawrence Steinman, con i suoi collaboratori, ha sviluppato una tecnica detta microarray di mielina per analizzare il profilo dell’evoluzione degli autoanticorpi che si sviluppano nel corso di una patologia autoimmune particolare: l’encefalomielite.
Lo studio di questo microarray è stato determinante per guidare alla scelta di quali molecole di DNA codificanti per gli autoantigeni potessero venir incorporate in vettori di espressione e quindi utilizzate per generare dei vaccini diretti contro le varie fasi dell’encefalomielite autoimmune.
Il microarray di mielina da cui i ricercatori sono partiti è un supporto che contiene 232 antigeni, già noti in quanto coinvolti in almeno una forma di una qualche patologia autoimmune umana, disposti sul microarray separatamente. Questo supporto è poi stato messo in contatto con il siero (ovvero il sangue privo della sua componente cellulare) prelevato da individui sani o malati di encefalomielite autoimmune a vari stadi della malattia.
Con questa tecnica, nel caso in cui nel siero confrontato con il microarray ci fosse un anticorpo capace di reagire con uno almeno degli antigeni contenuti nel microarray si può visualizzare un segnale luminoso in corrispondenza del punto esatto del microarray che contiene proprio quel determinato antigene.
Quest’analisi ha mostrato che il siero ottenuto da individui sani effettivamente non reagisce in alcun modo con gli antigeni contenuti nel microarray mentre dall’analisi del siero dei pazienti si è potuto sia classificare le diverse forme di encefalomielite autoimmuni sia stadiarle a livello temporale e quindi individuare quali antigeni vengono principalmente riconosciuti nelle varie fasi della patologia: la fase acuta, quella cronica, quella latente e quella subcronica.