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Notizia del 17/06/2013

Un pizzico d'arsenico per combattere l'AIDS.

Buone notizie sul fronte della lotta all'AIDS.  Il virus Hiv-1 è alquanto subdolo, se si trova in stato latente, integrato all’interno del DNA della cellula,  sfugge, infatti, a ogni terapia attualmente disponibile.  Bisogna quindi riattivarlo per poterlo aggredire, e, incredibilmente, per fare ciò si usa un veleno solitamente mortale: l'arsenico.

Uno studio condotto da Marina Lusic e Bruna Marini del Gruppo di Medicina Molecolare del Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie di Trieste, ha rivelato che la replicazione di Hiv-1 viene spenta da una proteina, PML, presente nel nucleo delle cellule infettate dal virus. Lo studio ha, infatti, appurato che distruggendo PML la replicazione di Hiv-1 può riprendere. Questo renderebbe il virus attaccabile dai farmaci che finora non hanno potuto agire proprio per lo stato di latenza funzionale.

I ricercatori triestini hanno scoperto che la riattivazione di Hiv-1 può essere indotta trattando le cellule infettate in vitro  con l’arsenico. Composti a base di arsenico potrebbero quindi essere usati in una strategia terapeutica definita “shock and kill”. Questo approccio si basa sulla stimolazione del virus nelle cellule in cui si trova allo stato latente  (shock) e sulla successiva eliminazione delle stesse cellule (kill). La proteina scoperta potrebbe quindi diventare in futuro bersaglio di farmaci che attualmente sono già in uso in clinica nel trattamento di alcune patologie oncologiche.

E’ ancora tuttavia necessaria una ulteriore ed approfondita sperimentazione pre-clinica e clinica prima di arrivare ad una terapia per i pazienti. 

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