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Notizia del 06/05/2004

Un nuovo fattore genetico per l'infarto

Non è il primo, e sicuramente non sarà l'ultimo. Di tanto in tanto emergono infatti scoperte su particolari mutazioni genetiche che aumentano, o diminuiscono, il rischio di ammalarsi di malattie cardiovascolari.

L'ultima in ordine di tempo viene riportata dalla rivista Nature e riguarda una ricerca condotta da scienziati dell'Istituto per le ricerche fisiche e chimiche di Tokio, in Giappone.

La chiave di questa scoperta sta nei diversi processi infiammatori legati alla genesi dell'infarto. E' il caso di ricordare che la chiusura improvvisa di un'arteria coronaria è solo l'ultima fase di un processo lungo, che parte dalla formazione e dall'ingrossamento progressivo di una placca (definita aterosclerotica) ed arriva alla sua rottura. In quest'ultima fase, che porta alla rapida formazione di un coagulo sanguigno (trombo) con il conseguente blocco totale dell'arteria, succedono molte cose ed entrano in gioco diverse molecole implicate nell'infiammazione. Una di queste è la linfotossina alfa (LTA).

I ricercatori giapponesi hanno scoperto che nelle persone colpite da infarto si trova più spesso che in quelle sane una particolare mutazione del DNA in corrispondenza del gene che contiene le informazioni per la produzione della galettina-2, una proteina ben nota proprio perché si lega alla LTA.

In qualche modo, pensano gli scienziati di Tokio, una forma particolare di galalattina-2 potrebbe influenzare la quantità di linfotossima alfa e la sua attività nell'organismo di una persona, e questo influenzerebbe, in bene o in male, il processo infiammatorio legato all'infarto.

La sostanza studiata dai giapponesi sembra quindi destinata ad entrare a far parte di quella serie di indicatori che vanno sotto il nome di fattori di rischio per l'infarto. Come avviene per molte altre scoperte di questo tipo, è sicuramente presto per dire se questa ricerca potrà avere un valore concreto (ad esempio come test per scoprire la maggiore o minore suscettibilità alla malattia, o forse come punto di partenza per lo sviluppo di farmaci).

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