Notizie

Notizia del 24/09/2007

Tre milioni di anziani a rischio demenza

Gli italiani over 65 affetti da deficit cognitivo di grado lieve sono circa tre milioni: un anziano su quattro. Non tutti, ovviamente, sono destinati a una progressione del deficit verso la demenza, ma il rischio di patologia conclamata nei quattro anni successivi è tre volte superiore rispetto ai soggetti anziani con funzioni cognitive normali. È quanto risulta da uno studio condotto, nell’ambito del progetto «Ilsa» (Italian longitudinal study on aging), da Antonio Di Carlo e Marzia Baldereschi dell’Istituto di neuroscienze (In) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Firenze, insieme a Domenico Inzitari, Marco Inzitari e Maria Lamassa dell’Università di Firenze e Emanuele Scafato, coordinatore scientifico dell'Ilsa presso l’Istituto Superiore di Sanità (Iss).

anziani sulla panchina «Sulla scia di analoghe ricerche condotte a livello internazionale, questo studio ha fornito una valutazione originale sul significativo aumento del rischio di ammalarsi di una patologia invalidante come la demenza, a partire da una condizione molto frequente quale il deficit cognitivo», spiega Antonio Di Carlo, dell’In-Cnr. «Tale aumento di tre volte circa del rischio è estremamente rilevante, considerando oltretutto il tasso già elevato di incidenza della demenza che, nella popolazione anziana generale, è di circa l'uno per cento annuo, e pone in risalto la necessità di opportune azioni preventive».

Gli autori dello studio pubblicato sulla rivista «Neurology», organo ufficiale dell’American academy of neurology, sono concordi nel ritenere che «il controllo dei principali fattori di rischio per la patologia cerebrovascolare, come l’ipertensione arteriosa (che colpisce il 60% circa della popolazione anziana), il diabete (13%), il fumo, nonché la prevenzione delle recidive dell’ictus, possano comunque contribuire in maniera significativa a controllare o a ridurre anche il rischio di deterioramento cognitivo nei soggetti over 65. Solo per citare l'ipertensione arteriosa, nel nostro Paese oltre un terzo degli anziani ipertesi non è trattato, e circa la metà dei pazienti trattati non ha un controllo soddisfacente della pressione arteriosa».

Lo studio Ilsa, che da oltre un decennio si occupa dell’invecchiamento e delle condizioni di salute degli ultrasessantacinquenni in Italia, ha già fornito in passato stime sulla frequenza della demenza nella popolazione italiana (valutata in circa 700 mila casi), quantificando in circa 150 mila le persone che (sofferenti o meno di deficit cognitivo lieve) si ammalano di tale patologia ogni anno.

Suggerimenti