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Notizia del 16/09/2004

Togliere le tonsille dà pochi benefici ai bambini quando i sintomi non sono gravi

E' un po' una questione generazionale. Chi è stato bambino negli anni '70 si ricorderà di sicuro la classica domanda se aveva "fatto le tonsille". L'abitudine di rimuoverle con una certa facilità è andata diminuendo nei decenni successivi, però questo intervento chirurgico rimane molto comune nel mondo occidentale.

Ma è veramente utile? E in quali casi? Questa è la domanda posta da ricercatori dell'Università di Utrecht, in Olanda, quando hanno studiato 300 bambini di età compresa tra i due e gli otto anni. Tutti avevano infezioni ricorrenti alla gola, oppure tonsille o adenoidi ingrossate.

I bambini sono stati divisi in due gruppi di 150: quelli del primo hanno subito l'intervento chirurgico di rimozione, gli altri no. Tutti sono poi stati tenuti d'occhio per i due anni successivi.

I risultati sono piuttosto sfavorevoli per la chirurgia: è vero che nei bambini operati c'è stata una diminuzione di episodi febbrili e di infezioni nei primi sei mesi dopo l'intervento. Ma dopo questo periodo la situazione è tornata esattamente identica tra operati e non operati.

Quindi nel loro articolo pubblicato sulla rivista British Medical Journal i ricercatori sostengono che l'adenotonsillectomia non presenta grossi vantaggi nei bambini con sintomi non gravi. Gli stessi risultati, infatti, si ottengono con una sorveglianza attenta e l'intervento farmacologico quando necessario.

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