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Notizia del 31/05/2010

Successo italiano per il radar Sharad su Marte

Scoperte le origini della conformazione a spirale della calotta polare del Pianeta Rosso

Dopo 40 anni di ricerche e studi internazionali, grazie al radar SHARAD, il radar "made in Italy" installato a bordo della sonda "Mars Reconnaissance Orbiter", che dal 2005 ruota attorno a Marte, oggi è possibile dare una spiegazione scientifica alla conformazione della calotta polare di Marte.

Jack Holt e Isaac Smith dell'Università di Austin, analizzando i dati del radar italiano, sono riusciti a far chiarezza sulle origini del Chasma Boreale – così viene chiamata la calotta polare marziana: una spaccatura più grande del Gran Canyon, profonda oltre 2 km e caratterizzata da una serie di strutture a spirale disegnate nel ghiaccio.

Una scoperta che metterà in discussione tutto l’apparato di teorie sulla climatologia del Pianeta Rosso. Dal 1972, anno in cui il Chasma Boreale di Marte è stato per la prima volta individuato, la lunga serie di ipotesi e congetture sulle strutture spiraliformi che sono state fatte fino ad oggi faceva risalire la conformazione del Chasma all’attività vulcanica o ai mutamenti climatici del Pianeta Rosso. In realtà, i dati di Sharad confermano che le strutture spiraliformi sono state scolpite dal vento in milioni di anni. Il processo di erosione del ghiaccio più antico – nell’ordine di 5 milioni di anni – ha portato alla nascita di picchi e vallate che a loro volta hanno influenzato la direzione dei venti e le modalità di accumulo degli strati più recenti.

La tecnologia tutta italiana di Sharad (Shallow Radar), realizzato da Thales Alenia in collaborazione con l’Università la Sapienza di Roma e l’Agenzia Spaziale Italiana, si basa su un meccanismo di penetrazione radar all’avanguardia, che consente di analizzare il sottosuolo marziano per centinaia di metri di profondità.

La scoperta rientra nell’ottica della missione della NASA, “Mars Reconnaissance Orbiter”, finalizzata alla mappatura globale della superficie di Marte, all’investigazione del sottosuolo, all’identificazione di futuri siti di atterraggio di sonde e al futuro supporto di comunicazione e navigazione alle missioni marziane.

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