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Notizia del 12/05/2007

Sette industrie trovano casa nel Politecnico di Torino

Lanciato il Business research Center della Cittadella

Tutto è inziato con un bando del Politecnico di Torino sul Financial Times. 85 aziende provenienti da tutto il mondo hanno risposto all'appello presentato domanda per insediare i loro centri di ricerca nella Cittadella del Poli, per poter lavorare a stretto contatto con i suoi scienziati e laboratori. Di queste 85 alla fine però ne sono state scelte 7, secondo criteri che vanno «dalla qualità delle imprese alle loro prospettive di sviluppo, alla nostra necessità di variare i settori, per lo sviluppo armonico dei segmenti dell’ateneo».

Le prescelte che sbarcheranno con i loro migliori cervelli in corso Duca degli Abruzzi 24 sono l' Asja Ambiente (torinese, opera nelle tecnologie per produrre energia da fonti rinnovabili), l'Huawei Technologies (cinese, leader mondiale per i dispositivi di telecomunicazione), l'Intelligence Focus (spin-off del Poli, opera nella security informatica), la Jac Automotive (cinese, produce veicoli commerciali leggeri), la Microsoft Corporation (il colosso informatico creato da Bill Gates), il Metecno Group (milanese, opera nell’edilizia, è il più grande produttore al mondo di pannelli coibentati) e il Vishay Semiconductors (leader mondiale nella componentistica di potenza, tra le più grandi fabbriche di semiconduttori del pianeta).

«Non faremo gli immobiliaristi, non è nella nostra missione - ha affermato Francesco Profumo, rettore del Politecnico di Torino -. Non ci interessa affittare locali, ma attrarre investimenti di aziende possibilmente non del territorio, creare partenariati per la ricerca e per la formazione a cui è connessa la possibilità di utilizzare aree della Cittadella Politecnica, per circa 35mila mq. Vogliamo creare uno sbocco per i nostri dottori di ricerca, generare risorse per l'Università che, in un momento di ristrettezze come questo, sono doppiamente importanti, infine, incrementare i nostri brevetti».

Le sette aziende s’insedieranno «entro uno o due mesi» nelle ex Fucine Ogr, in 4 mila mq del «Business and Research Center», che ospiterà anche la nuova sede dell’Incubatore di imprese innovative. I vantaggi che porteranno saranno molteplici. «Siamo soddisfatti di questo ennesimo riconoscimento alla nostra qualità scientifica -spiega sempre Profumo-. I ricercatori aziendali saliranno nel campus a 1300, sommando i 650 di General Motors, i 500 delle 80 aziende dell’Incubatore e i 7 centri, in ciascuno dei quali lavorerà una ventina di persone. Oltre ad offrire lavoro ai nostri dottori di ricerca, sarà occasione di internazionalizzazione e crescita per l’ateneo e per la città».

L'esempio a cui si ispira, primo in Italia, il Politecnico torinese, è quello del Mit, il Massachusetts Institute of Technology di Boston. Il suo Industrial Liaison Program gestisce rapporti con oltre 180 industrie mondiali. Dal Politecnico torinese escono ogni anno oltre 200 dottori di ricerca, di cui solo una trentina possono trovare lavoro al Poli. Profumo crede di poterne triplicare l'assorbimento.

E per gli eliminati? il Poliecnico non ha per ora spazi per ospitare altre aziende nel campus, ma Profumo assicura che «per i 22 esclusi, scrematura degli 85 fattisi avanti in prima battuta, ho creato una lista d’attesa».

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