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Notizia del 25/09/2008

Risolto l'enigma dell'effetto Kondo

Un gruppo di ricercatori dell'University College di Londra e dell'Almaden Research Center dell'IBM è riuscito a spiegare i meccanismi che regolano l’effetto Kondo. Questo fenomeno si manifesta in metalli nei quali sono presenti piccole quantità di atomi diversi, cioè nei metalli drogati con impurità. La particolarità di questo effetto è quella di essere uno dei rari casi nella fisica in cui molte particelle si comportano come un unico oggetto.

Se collochiamo un singolo atomo magnetico all'interno di un metallo non magnetico, gli elettroni liberi di quest’ultimo reagiranno al campo magnetico dell’impurità e lo "schermeranno", circondando l’atomo con una nuvola di elettroni magnetizzati. Se raffreddiamo il metallo a temperatura bassissima, lo spin atomico dell'atomo magnetico, l’impurità, può, talvolta, entrare in uno stato di sovrapposizione, nel quale il polo nord punta contemporaneamente in due direzioni opposte. In conseguenza di ciò, anche la nube di elettroni risulta magnetizzata simultaneamente in due direzioni, cioè tanti elettroni si comportano come il singolo atomo magnetico.

Fino a poco tempo fa era impossibile predire quando l’effetto Kondo si sarebbe presentato. Ora, i ricercatori hanno dimostrato che, invece, è possibile prevederlo e capire perché esso si presenta. La geometria magnetica degli atomi che circondano l’impurità gioca un ruolo fondamentale e influisce sul momento magnetico dell'atomo stesso.

Il risultato rappresenta un notevole passo avanti nella comprensione di questo fenomeno fisico e potrebbe avere importanti conseguenze per la messa a punto di future apparecchiature a scala nanomagnetica.

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