Gli italiani puntano sul vento
I risultati dell’indagine demoscopica promossa dall’Anev (Associazione Nazionale Energia del Vento) in collaborazione con Greenpeace, e realizzata dalla Customer Asset Improvement su un campione di 800 persone, hanno evidenziato il favore di cui gode l’eolico presso gli italiani. L’86% degli intervistati si dice d’accordo a realizzare gli impianti necessari per lo sfruttamento del vento e, a sorpresa, il 59,5% degli abitanti della Sardegna, la regione cui era stato imposto il limite di produzione di 550 MW in forza della sua grande ventosità, vede nell'incremento dell’uso dell’energia eolica «un’opportunità positiva per il territorio che, come tale, va accettata», mentre il 30,5% non è contraria, pur non credendo che porterà particolari benefici.
Uno dei maggiori limiti all’impiego dell’energia eolica è rappresentato dall’installazione delle pale, giudicate invasive per l’ambiente e dunque relegate fino a oggi in zone industriali degradate. Il fatto però che gli stessi Sardi, la cui terra ha visto crescere negli anni il numero di “fattorie del vento”, si dicano favorevoli a aumentarne il numero, in netta controtendenza con il governatore dell’Isola, Renato Soru, che invece vuole puntare sul “carbone pulito”, induce a riflettere sulla percezione che ha la popolazione della necessità di percorrere le strade dell’energia alternativa. I dati complessivamente emersi dall’indagine rilevano infatti che gli italiani attribuiscono la maggior parte delle loro preferenze all’impiego del fotovoltaico, seguito a distanza ridotta dall’eolico e poi, a scendere, dall’energia idroelettrica, da quella delle maree e infine dalle biomasse.
Risultati eloquenti ed enormemente incoraggianti che hanno indotto Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace, a dichiarare in occasione del Wind Daydel 15 giugno che gli ostacoli allo sviluppo dell’eolico vanno rimossi e che questa fonte deve essere messa al centro delle politiche energetiche.